Omicidio Maltesi, sulla perizia battaglia tra parte civile e difesa

Una consulenza di parte ha rilevato un disturbo narcisistico e ossessivo, solo a istruttoria conclusa la Corte deciderà se affidare accertamenti sulla capacità di intendere e volere dell’imputato

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RESCALDINA (Milano)

di Christian Sormani

Fra i testimoni chiamati a deporre nella prima udienza davanti alla corte d’Assise di Busto Arsizio, è stata citata anche Silvia, la ex moglie di Davide Fontana, unico imputato per la morte della ventiseienne Carol Maltesi. La donna è stata infatti citata tra i testimoni dell’accusa. Essendo un processo con rito ordinario, sono state depositate le liste dei testimoni e nell’elenco delle persone chiamate a testimoniare davanti al pubblico ministero c’è anche lei, che però legalmente potrebbe anche rifiutarsi di deporre. Il codice penale esclude infatti l’obbligo di testimoniare in tribunale anche per i coniugi separati, considerati a tutti gli effetti prossimi congiunti.

La donna ha sempre tenuto un profilo basso nei confronti della vicenda per la quale si sono accesi i riflettori nei confronti dell’ex coniuge col quale è stata insieme venti anni. Le uniche parole per ora uscite dalla sua bocca, sono quelle certificate dal suo legale, l’avvocato Antonino Crea dello studio Slc – Milan Law firm. Era il mese di aprile e la donna aveva sottolineato di non aver mai subito negli anni alcuna violenza dall’ex partner, spiegando anche che: "La richiesta di separazione da mio marito è stata depositata lo stesso giorno che Davide è stato arrestato. I miei rapporti con Davide Fontana si sono interrotti il 19 marzo del 2021. Da quel momento non abbiamo più convissuto e abbiamo comunicato esclusivamente per la gestione di aspetti pratici legati alla separazione e alla gestione ordinaria di beni in comune". Nel mentre si stava consumando l’orrendo omicidio di Carol “Angie”, l’ex coppia stava cercando di vendere la loro casa a Milano.

Silvia aveva anche avuto parole di conforto per i familiari della vittima: "Esprimo tutta la mia vicinanza alla famiglia della vittima. Ho la massima fiducia nella magistratura. Sono provata e tremendamente addolorata per quanto accaduto, straziata per il dolore che questo uomo ha provocato". Adesso il processo si sposta all’udienza del 28 novembre quando sono previste anche le deposizioni dei militari che hanno svolto le indagini.

Inoltre si dovrà decidere sulla perizia psichiatrica nei confronti dell’imputato. L’avvocato Stefano Paloschi ha più volte insistito su questo punto. Il legale ha già fatto depositare la consulenza di parte dalla quale emerge che il Fontana soffre di un disturbo narcisistico e ossessivo. Adesso si spinge per ottenere una vera e propria perizia psichiatrica finalizzata ad accertare la capacità di intendere e di volere al momento dell’omicidio, facendo rientrare anche altri aspetti psicologici che potrebbero aver influenzato le sue azioni. Una richiesta questa sulla quale la Corte si esprimerà al termine della fase istruttoria del processo e nei confronti della quale si sono già opposti i legali di parte civile.