Legnano, nasce il comitato contro l’antenna

I residenti di via Frank pronti a tutto per tentare di fermare l’impianto in costruzione alla periferia della città.

Migration

A fine febbraio, erano corsi in strada sfidando il rischio di una multa pesante – erano i primi giorni del confinamento a causa del Covid – per chiedere agli operai cosa stava capitando sotto le loro finestre. Ieri sono tornati alla carica, decidendo di formare un comitato supportato da un legale di fiducia. I residenti di via Anna Frank, strada periferica del rione Olmina, sono pronti a percorrere tutte le strade legali percorribili pur di fermare l’antenna 5G a ridosso delle loro abitazioni.

Dopo tre mesi abbondanti in cui il cantiere è rimasto sostanzialmente fermo, a causa appunto della pandemia, ai primi di luglio gli operai sono tornati al lavoro. "Si può dire che hanno completato il basamento in cemento – racconta Massimiliano Pintus, uno dei primi residenti a essersi mobilitato a febbraio –. E temiamo che non mancherà molto prima che venga posato il pilone". Un colosso di una quarantina di metri d’altezza. A poche decine di metri dalle case. Ma non solo. "Siamo vicinissimi alle scuole Manzoni e al parco di via Frank frequentato da tanti bambini. Ma è mai possibile che nessuno, il Comune in particolare, abbia come primo interesse la tutela della salute dei cittadini? E non si venga a dire che “il Comune non può fare niente” – si sfogano gli abitanti del quartiere –. L’ente pubblico cominci a farsi sentire con le compagnie telefoniche e indìca i tavoli per la condivisione dei tralicci. E magari, come del resto prevede la legge, informi i cittadini sui piani di localizzazione delle antenne". Ma cosa concretamente può fare ora il comitato? Una delle ipotesi allo studio è quella di presentare un esposto alla Procura della Repubblica. A far andare su tutte le furie i residenti è stato anche il “muro di gomma“ – questa è la loro denuncia – opposto dal Comune, che non avrebbe consentito loro in due diverse occasioni, ad aprile e poi ancora a giugno, un pieno accesso agli atti, in modo tale da capire quando e da quale amministrazione sia stata autorizzata l’installazione e chi sia l’ex proprietario del terreno ceduto. "Ci sentiamo abbandonati da tutti ma continueremo la nostra battaglia per le vie legali e con ogni altra corretta forma di protesta".

L’antenna diventerà inevitabilmente anche un’arma da usare con i candidati sindaci. Che se mai verranno da queste parti saranno accolti da una domanda ben circostanziata: "In una città con più di settanta antenne, vi impegnerete per bloccare il proliferare dei tralicci radio? Vorrete stanare e “raddrizzare” i burocrati di palazzo Malinverni affinché lavorino prima per i cittadini e poi per le compagnie telefoniche?".