Legnanesi, la Teresa denuncia. E non è sul set

Ondata di haters sui social. Provasio va dai giudici: «Ora basta»

Antonio Provasio, protagonista nei panni  della Teresa e Luigi Campisi

Antonio Provasio, protagonista nei panni della Teresa e Luigi Campisi

Legnano, 5 agosto 2019 - «I soldi che chiederò come risarcimento agli “haters” andranno in beneficenza». La Teresa non ci sta a mandar giù di continuo gli attacchi social di qualche invidioso, e così scatena gli avvocati alla ricerca dei beceri figuri, travestiti da insospettabili fan, in qualche caso addirittura amici. «Pensate che ci sono persone che ci conoscono da venti anni, vicini di casa, famiglie che ci seguono da sempre – spiega Antonio Provasio, la “Teresa” -. Eppure quando si fanno prendere da questa malattia social, non capiscono più nulla e qualcuno ci insulta pure. Poi vengono nei camerini a chiederci l’autografo. Mi chiedo cosa scatti nella testa delle persone. Bah…». Sulla sua pagina Facebook, il front man (o woman) dei Legnanesi, si sfoga. E fa pure nomi e cognomi.

«Hanno offeso mia moglie e davvero non li capisco, perché lei ci ha dato una grossa mano in tutto, testi compresi». Mitia Del Brocco, la consorte, comparirà presto anche tra i nomi degli autori della compagnia dialettale, in quanto da tempo lavora sui testi dei Legnanesi e lo fa con profitto e grande impegno. «È stata accettata dalla compagnia stessa, quindi non capisco perché qualcuno, pochi in verità, non se ne fanno una ragione e con invidia incredibile continuano a criticare. Le critiche vanno bene solo se sono costruttive. Montate ad arte così non servono a nulla. Sono odio sociale». Nel mirino degli haters anche la vicenda del “Giovanni”, al secolo Luigi Campisi, che dal prossimo mese di ottobre probabilmente non farà più parte della compagnia: «Non ha ancora deciso, ma aveva esternato delle sue perplessità. Quello che vorrei fare presente è che la compagnia andrà avanti sempre e comunque. È andata avanti senza Musazzi, va avanti anche senza di me e senza il Campisi o altri. I personaggi dei legnanesi ci sono ancora dopo decenni e ci saranno sempre. Basta ricamarci su queste storie che interessano dei meccanismi interni contrattuali».

Intanto gli altri gruppi nati intorno alla figura del Giovanni hanno fatto propria la presa di posizione. Gli amministratori hanno invitato a togliere ingiurie e frasi fuori luogo, che sono state oggetti di segnalazioni. «I leoni da tastiera li chiamo io – spiega Provasio dalla sua casa di Riccione -. Ma abbiamo tutto scritto e copiato e qualcuno risponderà in sede penale. Poi i soldi li utilizzeremo per opere di bene, lo prometto».

La Teresa intanto si gode lo straordinario momento di notorietà nazionale. Lo sbarco in prima serata su Rete 4 nel piccolo schermo è andato benissimo, con i teatri pieni – compreso quello di Roma – ed una diffusione a livello nazionale che non è mai stata così forte. Basti pensare che la stagione teatrale ha fatto registrare ben 180mila spettatori.