ROSELLA FORMENTI
Cronaca

Il parco Emanuela Loi: "Nel nome della legalità"

L’area verde del rione San Giuseppe ricorda l’agente della scorta di Falcone. La commozione della nipote: "Tenerne viva la memoria è fondamentale".

Il parco Emanuela Loi: "Nel nome della legalità"

Il parco Emanuela Loi: "Nel nome della legalità"

Inaugurato ieri mattina il nuovo parco nel rione San Giuseppe, l’area verde è stata intitolata a Emanuela Loi, la giovane poliziotta, componente della scorta di Paolo Borsellino, morta nella strage di via d’Amelio. All’ingresso è stata collocata una targa in ricordo, a scoprirla il sindaco Emanuele Antonelli e il dirigente del Commissariato bustese Franco Novati. Presenti alla cerimonia gli alunni delle scuole Crespi e delle medie Prandina che hanno dedicato alla giovane agente alcune letture. Durante la cerimonia il sindaco Antonelli con commozione ha letto la lettera inviata all’amministrazione comunale dalla nipote della poliziotta che porta il nome della zia, Emanuela Loi.

"Esprimo profondo ringraziamento all’amministrazione comunale di Busto Arsizio – scrive la nipote – al sindaco e a tutti quanti si sono impegnati nel promuovere questo evento sulla legalità e l’intitolazione del Parco Emanuela Loi. Per noi familiari è sempre motivo di orgoglio tenere viva la memoria e ci riempie di gioia il fatto che anche qui si è voluto ricordare Emanuela. Emanuela era una ragazza semplice e solare, una ragazza normale che voleva vivere la sua vita da poco più di ventenne". Dopo il concorso in Polizia e il corso di formazione, la destinazione,Palermo, fino a quel tragico 19 luglio 1992: insieme al giudice Paolo Borsellino morirono Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli". Scrive ancora la nipote "Emanuela aveva 24 anni.Questa tragedia ha tracciato su noi familiari dei solchi profondi di sofferenza, ma sinceramente vi dico che non conserviamo dei sentimenti di odio verso gli assassini, bensì un desiderio di giustizia, legalità e di memoria. Infatti memoria significa mantenere viva una persona che non c’è più, per non dimenticare e soprattutto per soffermarsi e per riflettere sulla penetrazione delle mafie nella nostra società e fare in modo che questo non accada più. È questa l’eredità che ci ha lasciato Emanuela".

Gli alunni della scuola media Prandina ieri hanno dedicato alcune letture alla giovane agente, venerdì in mattinata saranno ancora gli studenti degli istituti cittadini a ricordare le vittime di mafia.