La farmaceutica Teva di Bulciago chiude: a rischio 109 dipendenti

I vertici della società confermano la dismissione dello stabilimento lecchese. Regione Lombardia a caccia di investitori

Una protesta contro la chiusura della Teva

Una protesta contro la chiusura della Teva

Bulciago (Lecco), 26 marzo 2021 – Lo stabilimento lecchese di Bulciago della farmaceutica Teva Sicor chiude. Lo hanno ribadito i manager dell'azienda israeliana agli assessori regionali lombardi a Formazione e Lavoro Melania Rizzoli e allo Sviluppo economico Guido Guidesi che hanno incontrato quest'oggi durante una riunione per valutare il futuro dello fabbrica brianzola dove si contano 109 dipendenti. I vertici aziendali hanno però ribadito anche la disponibilità a vedere quella che in paese viene chiamata l'ex Chimica affinché magari subentri qualche investitori o anche eventuali concorrenti.

“La proprietà ha confermato la volontà di chiudere la sede lecchese – spiegano i due assessori -. Come Regione Lombardia ci siamo messi a disposizione, con gli strumenti necessari, per accompagnare l'ingresso di possibili investitori e il ricollocamento dei dipendenti. L'azienda ha manifestato interesse a valutare tutte le opportunità che riusciremo a mettere in campo per la salvaguardia del sito produttivo e, in prospettiva, dei lavoratori coinvolti. Abbiamo chiesto di avere continui aggiornamenti rispetto agli sviluppi della situazione”.

Oltre al futuro occupazionale di chi lì lavora e ad un altro pezzo di storia economica del territorio, c'è in ballo la bonifica dell'area. In passato, quando lo stabilimento apparteneva ad altri, si sono infatti verificati degli sversamenti di sostanze tossiche che venivano utilizzati nei reattori per produrre principi attivi destinati al confezionamento di farmaci, generando una sorta di “terra dei fuochi” in Brianza. La bonifica è attualmente in corso, ma il timore di amministratori comunali e residenti è che si blocchi anch'essa in caso di chiusura senza che altri subentrino.