Casatenovo, Vismara e Amadori: è giallo sull'offerta

Sul passo indietro non c’è chiarezza. Il futuro dei 180 lavoratori ora passa da Roma

Alcuni dei lavoratori della Vismara di Casatenovo durante un presidio

Alcuni dei lavoratori della Vismara di Casatenovo durante un presidio

Casatenovo, 16 ottobre 2019 -  Il futuro dei 180 dipendenti della Vismara di Casatenovo passa da Roma. Il ministro per lo Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha infatti convocato al Mise i titolari del gruppo Ferrarini proprietari del marchio e dello stabilimento brianzolo, i delegati di Regione Lombardia ed Emilia Romagna e i rappresentanti sindacali per valutare possibili soluzioni dopo la revoca della procedura di concordato preventivo in continuità del salumificio casatese, in seguito al dietrofront da parte dei vertici di Amadori che si sono sfilati dall’acquisizione della società di Cascina Sant’Anna. Sul passo indietro in realtà non c’è chiarezza, con accuse reciproche da parte dei manager dei due colossi alimentari e una possibile vertenza legale: secondo Amadori non si sarebbero defilati loro, semplicemente non avrebbero ricevuto risposta alla loro offerta entro i termini stabiliti, mentre secondo quelli di Ferrarini i potenziali nuovi investitori avrebbero abbassato all’ultimo la posta iniziale concordata di 25 milioni di euro a 18, facendo saltare il banco.

Carte bollate a parte, il risultato è stato che l’assemblea dei creditori che vantano 105 milioni di euro solo per quanto riguarda la Vismara è slittata al 28 febbraio, ma soprattutto che il concordato preventivo in continuità potrebbe non concretizzarsi, decretando la fine della Vismara. L’unica nota positiva è che, con il Natale alle porte e quindi il periodo di massimi affari, dovrebbero entrare abbastanza soldi per garantire a tutti gli stipendi. Per questo anche l’onorevole democratico lecchese Gian Mario Fragomelli si è appellato sia al ministro del Lavoro Nunzia Cataldo sia a Stefano Patuanelli: «Il tempo stringe, occorre mettere in atto tutti gli strumenti di politica industriale e di tutela sociale ed economica necessari».