Violenze, l’orco è dentro casa. Le denunce raccolte dalla polizia

Indagini della Mobile di Lecco rivelano che spesso gli autori di violenze sessuali sono conoscenti delle vittime, come familiari o conoscenti. Anche il web è coinvolto, con casi di ricatti e adescamento di minori. Questi dati preoccupanti sono stati resi noti dal questore Ottavio Aragona durante la celebrazione del 172° anniversario della Polizia di Stato.

Violenze, l’orco è dentro casa. Le denunce raccolte dalla polizia

Violenze, l’orco è dentro casa. Le denunce raccolte dalla polizia

L’orco non è quasi mai uno sconosciuto e raramente arriva da fuori casa. Lo rivelano gli agenti della Mobile di Lecco con le loro indagini. A stuprare, violentare, abusare, molestare spesso sono papà, nonni, zii, persone che si conoscono. Il 10 marzo dell’anno scorso i poliziotti della Mobile hanno denunciato il marito di una babysitter che per anni ha approfittato della bambina che la moglie curava. Lo scorso aprile, su segnalazione degli operatori sanitari della Pediatria dell’Alessandro Manzoni di Lecco, hanno invece denunciato lo zio di una 14enne perché l’avrebbe palpeggiata. Lo scorso settembre è stato denunciato un premanese che per due anni ha costretto il fratellino minore a soddisfare le sue depravazioni. Due denunce analoghe sono state sporte a dicembre. In tutti i casi i presunti responsabili delle violenze sessuali sono cittadini italiani. È italiano pure la persona che a ottobre è stata denunciata per aver ricattato una donna e averla obbligata a rapporti sessuali con il pretesto di eliminare dalla rete presunti suio video e foto intime. Il web è infatti una delle nuove frontiere dell’intimità violata. A marzo è stato ad esempio denunciato un cittadino del Togo che ha estorto 620 euro ad un italiano perché altrimenti avrebbe divulgato la registrazione di una videochiamata con una sua complice in cui si era spogliato. A settembre un altro italiano è stato denunciato per adescamento di minore perchè ha ottenuto da una bambina di 10 anni contattata su diversi social e app di messaggistica delle sue foto senza vestiti. A svelare gli inquietanti episodi è il questore di Lecco Ottavio Aragona nella relazione sull’attività dei suoi agenti in occasione della Festa del 172esimo di fondazione della Polizia di Stato celebrata l’altro giorno. D.D.S.