Sparatoria a Olginate, blitz all’alba nella casa del killer. Fuggitivo ancora irreperibile

Carabinieri in azione nella villa di Calolziocorte per cercare di assicurare alla giustizia Stefano Valsecchi dopo l’uccisione di De Fazio

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di Daniele De Salvo

Ieri mattina, all’alba, i carabinieri hanno fatto irruzione in forze nella villa di Calolziocorte di via alla Ca’ dove abita Stefano Stefanino Valsecchi, il 54enne che domenica in strada in piano giorno a Olginate ha freddato Salvatore De Fazio, padre di famiglia di 47 anni e tentato di compiere lo stesso con il suo fratello maggiore di 3 anni Alfredo che però è riuscito a scampare all’agguato. I militari hanno setacciato la casa e il parco, acquisendo diversi elementi che potrebbero aiutarli a rintracciare il fuggitivo che risulta irreperibile ormai da quasi una settimana. L’intera area è stata perlustrata pure dall’alto con una ricognizione aerea in elicottero svolta dagli operatori dell’Elinucleo decollati da Malpensa che dispongono di visori e telecamere termici.

Nonostante il dispiegamento di uomini e mezzi il fuggiasco però appunto non si trova: difficilmente riuscirebbe a rendersi un fantasma tanto a lungo senza il supporto di qualche complice. "Non aveva pianificato nulla – assicura tuttavia l’avvocato di fiducia Marcello Perillo nominato dalla moglie -. Non risulta abbia preso vestiti, né soldi, nemmeno provviste". Intanto però sta tenendo tutti in scacco come una vera primula rossa. I dubbi non riguardano solo la sua sparizione, pure il movente del regolamento di conti per vendicare il figlio 25enne massacrato di botte dai due figli della vittima sembra poco plausibile, nonostante il pestaggio del ragazzo potrebbe aver rappresentato la classica goccia che fa traboccare il vaso. Anche i cognomi di altre persone coinvolte nella vicenda sebbene non direttamente lasciano spazio a ipotesi diverse. Intanto quest’oggi verrà celebrato il funerale del 47enne ucciso e terminato pare con un ultimo colpo in fronte quando era già a terra esanime. La cerimonia si svolgerà nel pomeriggio alle 14.30 nella chiesa parrocchiale. Il magistrato incaricato del caso ha restituito il feretro ai familiari subito dopo l’autopsia sulla salma affinché possano salutare degnamente per l’ultima volta il proprio caro, un frontaliere incensurato che quotidianamente effettuava la spola per e da la Svizzera per lavorare e mantenere se stesso, sua moglie e i suoi tre figli. In occasione del rito funebre il paese verrà presidiato da carabinieri e poliziotti per evitare possibili momenti di tensione, come avvenuto a pochi metri dalla scena del crimine poche ore dopo l’agguato, dove i ragazzi di due gruppi di sono fronteggiati accusandosi reciprocamente di quanto era appena accaduto.