
La presidente della Provincia di Lecco Alessandra Hofmann soddisfatta de risultati di Sua
Un giro d’affari di quasi 200 milioni di euro in un anno. È il valore degli appalti pubblici per lavori, servizi, forniture, concessioni e project financing banditi dai funzionari della Stazione unica appaltante della Provincia di Lecco nel 2024. Centosettantuno in tutto le gare, 55 per conto delle 80 Amministrazioni comunali e degli altri enti convenzionati, 116 direttamente per appalti provinciali: 92 per affidare lavori e opere pubbliche da realizzare, 65 per la gestione di servizi, 9 per reclutare fornitori e 5 per concessioni e l’elaborazione di project financing, per un volume complessivo di 166 milioni di euro.
Diverse gare sono state finanziate con fondi arrivati dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Hanno significato e significano interventi pubblici appunto per strade, scuole, strutture e infrastrutture, servizi per i cittadini, progetti, ma anche lavoro, soldi, ripresa economica. I 166 milioni di euro di appalti assegnati tramite le gare bandite con la Stazione unica appaltante valgono infatti circa l’1% dell’intero pil della provincia di Lecco, pari a 48mila euro pro capite. Negli ultimi 10 anni, dal 2015, le procedure espletate sono state invece poco più di 1.800, per un valore di quasi un miliardo di euro di commesse pubbliche.
"Il servizio della Stazione unica appaltante ha permesso di raggiungere risultati significativi, tra cui una maggiore professionalità, un’azione amministrativa più snella e tempestiva, una progressiva semplificazione degli adempimenti e delle procedure, un’ottimizzazione delle risorse umane, finanziarie e strumentali dei vari enti – commentano e spiegano Alessandra Hofmann, presidente della Provincia e Alessandro Negri, il consigliere provinciale delegato -. È uno strumento efficace per aumentare l’efficacia e l’efficienza delle attività di realizzazione dei lavori e di approvvigionamento di beni e servizi, e per consentire una migliore azione di monitoraggio, controllo e prevenzione rispetto a possibili interferenze criminose".
Che non è, quest’ultima, questione di poco conto, in un territorio tutto sommato ridotto, dove però negli ultimi tre anni sono state adottate 19 interdittive antimafia, probabilmente la percentuale più alta in tutta Italia.