FEDERICA PACELLA
Cronaca

Nuovi corsi e ricerca di qualità. L’Università pensa in grande

La Statale di Brescia guarda all’Europa e al traguardo del 45 per cento dei laureati tra i 25 e i 34 anni. Punti di forza e criticità presentati dal rettore alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico .

Nuovi corsi e ricerca di qualità. L’Università pensa in grande

Nuovi corsi e ricerca di qualità. L’Università pensa in grande

Nuovi corsi, ricerca di qualità premiata a livello internazionale, maggiore apertura alla società e al territorio: così l’Università degli Studi di Brescia vuole provare a raggiungere il traguardo europeo del 45% di laureati tra i 25 e i 34 anni nel 2030. L’Europa, del resto, è la dimensione a cui guarda l’ateneo, come dimostra la presenza del commissario Paolo Gentiloni all’inaugurazione dell’anno accademico.

La strada, però, è ancora lunga, ha realisticamente evidenziato il rettore Francesco Castelli, che ha messo in evidenza eccellenze e criticità (oggi nel Bresciano solo il 24,5% di persone tra i 25 e i 39 anni ha una laurea o altri titoli terziari). "Basso tasso di laureati, denatalità, fuga all’estero, insegnamento telematico pongono a rischio il ruolo delle istituzioni universitarie – ha sottolineato Castelli – proprio quando la richiesta di capitale umano è maggiore. L’Italia ha bisogno di medici, professionisti dei big data, dell’intelligenza artificiale, della sostenibilità e dei green jobs, della pubblica amministrazione con competenze digitali, dotati di pensiero analitico, creatività e resilienza, empatia e leadership. L’Università di Brescia è pronta a giocare il proprio ruolo".

Tra le criticità, i fondi per il diritto allo studio: troppi i beneficiari che non ottengono la borsa, costringendo gli atenei a sanare con fondi propri. "Ma rischiamo di non farcela più".

Del tema ha parlato il rappresentante degli studenti, Mattia Rebossi: in un discorso molto appassionato e apprezzato, si è fatto portavoce di una generazione spesso considerata inabile e poco impegnata. Da Israele ai femminicidi, passando per i cambiamenti climatici, Rebossi ha sollevato questioni per cui i giovani si battono. "Oggi qui – ha detto – sono riuniti rappresentanti di ogni livello della politica: l’Università, l’Europa, la Regione, la Città. Quando qualcuna di queste istituzioni saprà rispondere alle grandi questioni del nostro tempo?". Quindi l’appello ai coetanei: "Se non vi ascoltano, fatevi ascoltare".

Applaudito anche l’intervento di Daniela Fiordalisi, in rappresentanza del personale tecnico amministrativo e disability manager, che ha evidenziato come ancora troppe persone con disabilità, soprattutto donne, siano vittime di stereotipi.