Morto nell’immersione al Moregallo. Si indaga per omicidio colposo

Mandello, il procuratore di Lecco ha nominato un consulente tecnico per accertamenti sulle attrezzature

Morto nell’immersione al Moregallo. Si indaga per omicidio colposo

Morto nell’immersione al Moregallo. Si indaga per omicidio colposo

Fabio Livio era morto a 41 anni durante un’immersione davanti al Moregallo, il 23 ottobre scorso. Sub pluribrevettato, viveva a Tavernerio, ed era considerato un sommozzatore esperto. Ora il sostituto procuratore di Lecco Chiara Di Francesco, che coordina le indagini, ha nominato un consulente tecnico, Gianfranco Simonini, con l’incarico di accertare le condizioni e le caratteristiche dell’attrezzatura utilizzata quel giorno dalla vittima, messa sotto sequestro, per verificare la presenza di eventuali difetti di funzionamento o altre anomalie che possano aver causato, o contribuito a causare, la morte dell’uomo. Il fascicolo è aperto contro ignoti con l’ipotesi di omicidio colposo, seguito per la parte offesa dall’avvocato Pierpaolo Livio. Il quesito affidato al consulente, chiede inoltre di verificare il contenuto delle bombole da sub utilizzate quel giorno dal quarantunenne, per capire se erano idonee e adeguatamente predisposte per affrontare un’immersione come quella che ha affrontato quel giorno. Ma, allo stesso tempo, la Procura chiede di fare verifiche anche da questo punto di vista, accertandone le caratteristiche in base ai dati rilevabili dalle strumentazioni informatiche che il sub aveva in dotazione e dalle testimonianze raccolte al momento. Con l’obiettivo di verificare se "l’immersione si avvenuta nel rispetto dei canoni di sicurezza". Il consulente avrà due mesi di tempo per consegnare le sue conclusioni, da cui dipenderà il successivo orientamento dell’indagine. Il suo corpo, ormai senza vita, era stato recuperato a 80 metri di profondità, epilogo tragico di un’immersione fatta assieme a un amico e compagno, con cui aveva condiviso altre avventure simili, e che quel giorno aveva cercato di aiutarlo quando si era reso conto delle prime criticità, e che era riemerso cercando aiuto. I due stavano esplorando il “cimitero delle macchine“, una concentrazione di rottami di auto e moto finite sul fondale del Lario. Pa.Pi.