Lecco, presa a martellate dal marito: "Avevo deciso di lasciarlo"

La donna testimonia dal letto di ospedale: "Lo avevo avvertito, se mi avesse ancora minacciato lo avrei denunciato"

Polizia all'ospedale

Polizia all'ospedale

Lecco, 11 ottobre 2019 - «Lo avevo avvertito che se mi avesse ancora minacciato o messo le mani addosso lo avrei denunciato...». Roberta Piperissa, 43 anni di Lecco, non ha però più avuto modo di rivolgersi né ai poliziotti né ai carabinieri, perché l’altra sera il marito 46enne Mario Pagano con cui si stava separando non le ha permesso neppure di rendersi conto di quanto stava accadendo, poiché in una frazione di secondo le ha sferrato una martellata spaccandole la testa, davanti ai loro due figli di 8 e 12 anni, che soffrono entrambi di problemi di salute e che adesso sono stati temporaneamente affidati alla zia paterna. «Mentre stava piantando un chiodo nel muro per appendere un quadro io gli ho comunicato che ero stata da un avvocato per perfezionare le pratiche per il divorzio – ha raccontato la donna agli investigatori della Mobile -. Mentre ancora gli stavo parlando si è girato e mi ha colpito con il martello che impugnava».    Quante martellate le abbia inferto non si sa, non se lo ricorda, sebbene non abbia mai perso conoscenza: forse è stata colpita tre volte, di certo con un colpo le ha rotto la calotta cranica. Dopo qualche istante di silenzio surreale per lo choc dell’improvvisa e inaspettata aggressione lei ha gridato di dolore, mentre i due ragazzini hanno urlato per il terrore, allertando i vicini di casa che hanno subito chiamato i soccorritori. Dopo le prime cure la madre è stata trasferita d’urgenza all’Alessandro Manzoni di Lecco, dove nella notte è stata sottoposta a un intervento chirurgico perfettamente riuscito. Ora si trova ricoverata nel reparto di Neurorianimazione: sebbene i sanitari che la stanno assistendo mantengano la prognosi riservata, è sveglia e cosciente e si ricorda perfettamente quanto successo.

È stata proprio lei a testimoniare dal letto di ospedale dove è tenuta sotto stretta osservazione quello che è successo mercoledì nell’appartamento al secondo piano di una palazzina di viale Montegrappa ad Acquate, da cui lui presto se ne sarebbe dovuto andare ed è stata sempre lei a riferire della sua decisione ormai definitiva di lasciarlo, dei tentativi del consorte di convincerla ad un ripensamento, delle liti ultimamente frequenti e soprattutto del comportamento di lui sempre più nervoso e aggressivo, specie negli ultimi tre giorni, nonostante inizialmente sembrasse disponibile ad una separazione consensuale. Proprio per questo, nonostante il clima teso, gli insulti e poi anche qualche minaccia e spintone aveva preferito soprassedere, fingere di nulla e non denunciarlo. Neppure gli altri familiari, tanto meno gli altri condomini avrebbero mai immaginato quello che invece è avvenuto.