Maltempo, torna la paura a Casargo: 80 sfollati

Ancora danni in Alta Valsassina, gli evacuati ospiti della scuola alberghiera

I danni dell'alluvione a Casargo

I danni dell'alluvione a Casargo

Casargo (Lecco), 7 agosto 2019 - Una fiumana di fango e detriti nel tardo pomeriggio di ieri si è abbattuta su Casargo, travolgendo e sommergendo oltre una ventina di auto, allagando abitazioni, distruggendo muri e recinzioni e bloccando completamente la Sp 67 all’altezza di Premana. È la seconda alluvione in nemmeno una settimana dopo quella dello scorso giovedì sera.

L’allarme è scattato alle 19, in seguito al violento nubifragio che si è riversato sull’Alta Valsassina. Sono stati subito mobilitati vigili del fuoco, tecnici del Soccorso alpino e della Protezione civile, i sanitari del 118 con l’eliambulanza di Milano e Sondrio poi costretti a rientrare alla base per le condizioni meteo proibitive, i volontari del soccorso, carabinieri, i funzionari dell’amministrazione provinciale insieme al sindaco Antonio Pasquini. Sul posto è intervenuto pure il responsabile della Protezione civile lecchese Fabio Valsecchi per un sopralluogo, in costante contatto con il consigliere delegato di Villa Locatelli, Elena Zambetti. I soccorritori si sono trovati di fronte ad uno scenario apocalittico: la colata di macerie ha spazzato via ogni cosa incontrata sul proprio percorso. Inizialmente si è temuto potessero esserci feritie dispersi, fortunatamente nessuno si è fatto male né manca all’appello, nonostante 80 persone siano state sfollate e un pensionato sia stato ricoverato per un malore.

La maggior parte degli evacuati sono stati trasferiti al Cfpa, il Centro di formazione professionale alberghiero. «Nessuno è rimasto ferito e non ci sono dispersi, ci sono solo danni, compresi a molte auto – rassicura e conferma il viceprefetto vicario Gennaro Terrusi -. Alcune strade sono interrotte ma non ci sono aree isolate. La situazione è sotto controllo». La zona più colpita è ancora quella di Codesino. Dal versante che sovrasta il paese si sono staccare diverse frane, mentre i torrenti, il cui alveo non era stato ancora ripulito e gli argini non ancora rinforzati, come slavine d’acqua hanno invaso alcune vallette e poi le strade trascinandosi dietro terra, rocce e alberi. L’emergenza che ha coinvolto pure Premana, già travolta dall’ondata di maltempo del 12 giugno, mentre l’invaso artificiale della diga di Pagnona, non ancora completamente ripulito sempre dopo l’alluvione di metà giunto ha raggiunto il livello di preallarme. A Dervio invece si è tornati ad avere paura del Varrone.