Lecco, mafia nella municipalizzata. Silea rischiava lo stop

Lecco, allontanato il dirigente in odore di ’ndrangheta dopo una segnalazione. La partecipata dei rifiuti ha corso il pericolo di essere chiusa o commissariata

Lavoro all’interno dell’inceneritore di Silea

Lavoro all’interno dell’inceneritore di Silea

 

Lecco, 2 aprile 2022 -  Un possibile “infiltrato“ della ‘ndrangheta nella municipalizzata dei rifiuti. Il sospettato di essere un picciotto si annidava tra le fila dei vertici di Silea, la Spa pubblica per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in provincia di Lecco. A causa del presunto intruso della criminalità organizzata la partecipata di 87 Comuni ha rischiato di essere depennata dalla White liste, l’elenco istituito in ogni prefettura in cui vengono registrate le imprese che lavorano nei settori ad alto rischio di infiltrazione mafiosa per certificare che si tratta di società pulite. La cancellazione dalla White list avrebbe significato il commissariamento di Silea, probabilmente forse addirittura la serrata completa dell’attività, con il conseguente blocco della raccolta della spazzatura, degli impianti di riciclaggio e dell’inceneritore di Valmadrera, condannando verosimilmente non solo i lecchesi ma anche i cittadini di alcuni paesi della provincia di Como, Bergamo e Monza ad essere sommersi dall’immondizia. La questione è stata affrontata in fretta e furia durante una prima riunione del CdA di Sila convocato d’urgenza l’1 aprile 2021 subito dopo aver ricevuto un’informativa dalla prefettura di Lecco e poi durante un secondo CdA del 5 maggio 2021, i cui verbali sono tuttavia secretati e costellati di "omissis". Per scongiurare un simile scenario, l’"insider" della mala è stato prima sollevato da ogni incarico dirigenziale che ricopriva e poi allontanato. Per chiudere definitivamente la questione gli sarebbero stati riconosciuti oltre 50mila euro di buonuscita o un indennizzo, come risulta da una delibera da cui sono stati però depennati tutti i riferimenti personali. In base alle informative, il presunto cavallo di Troia degli esponenti della ‘ndrangheta lecchese sarebbe un uomo della “Trovato connection“, con chiacchierate frequentazioni e amicizie di cui non ha mai fatto mistero, ma che ha anzi sempre sbandierato. È finito pure negli atti di un’inchiesta dei magistrati della Dda di Brescia su un presunto traffico di rifiuti tra la Campania e la Lombardia. Da Silea sulla vicenda al momento si limitano a confermare che "Silea ha ottenuto l’iscrizione alla White list e che ora è in attesa del rinnovo annuale". L’istruttoria infatti è in corso, come risulta dal sito della Prefettura di Lecco. E per quanto riguarda invece il possibile “infiltrato“? "Riteniamo prioritario – è la risposta - tutelare il diritto alla privacy dell’interessato".