La “pulizia” in casa Silea Sono stati licenziati in tre ma la società resta “osservata”

Nessuno dei sindaci dei Comuni soci ha ancora ritenuto opportuno informare i cittadini

Non era l’unico possibile "insider" dei picciotti della mala lecchese nella municipalizzata dell’immondizia. Sfruttando il suo ruolo di responsabile di alcuni servizi all’interno di Silea - la Spa pubblica per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in provincia di Lecco -, il cinquantenne avrebbe infatti reclutato almeno altre tre persone ritenute vicine agli ambienti della criminalità. Una è un 40enne che è stato arrestato nella retata di "Cardine – Metal money" costata nuovamente la cattura del boss 72enne compare Cosimo Vallelonga a capo di un impero milionario fondato sul traffico di rottami anche radioattivi, usura, estorsioni, frodi ed evasione fiscale. Un’altra ha un cognome pesante ed è legata agli ‘ndranghetisti "soliti noti" del territorio come del resto lo sarebbe lui sebbene sia incensurato, mentre la terza è finita in manette per droga. Sono stati tutti licenziati (erano stati reclutati tramite agenzie interinali). È quanto emerge di nuovo sul pericolo di infiltrazioni mafiose, evidenziate nel marzo 2021 dall’ex prefetto di Lecco, ai vertici della società di Valmadrera, dopo che i manager ne hanno chiesto l’iscrizione nella White liste, l’elenco istituito in ogni Prefettura delle imprese dei settori ad alto rischio di infiltrazione mafiosa per certificare che si tratti di attività pulite. Una volta ricevuta l’informativa, i dirigenti di Silea si sono subito mossi per risolvere la situazione ed evitare la serrata per un’interdittiva antimafia. La Spa dei rifiuti resta comunque "osservata speciale". Nessuno dei sindaci dei Comuni soci di Silea al momento ha ancora ritenuto opportuno informare i cittadini. Solo i consiglieri di minoranza di Malgrate Francantonio Corti e Guido Villa e Mauro Dell’Oro di Ascolto Valmadrera hanno ottenuto di discuterne in aula, ma a porte chiuse. D.D.S.