Lecco, l’infermiera rinuncia al posto fisso: "Colpa dello stress e della mala gestione"

L'Oss, 44 anni, si è dimessa da Asst senza avere un altro lavoro su cui contare. Come lei hanno fatto altri 194 colleghi nel 2022

Nella sanità lecchese è fuga di infermieri

Nella sanità lecchese è fuga di infermieri

Lecco - Per il posto fisso in ospedale ha tentato concorsi su concorsi e scalato le graduatorie della sanità pubblica fino ad essere finalmente assunta nel 2019 all’Alessandro Manzoni di Lecco. Per Stefania, Oss di 44 anni, quello non era però solo un lavoro sicuro, né uno stipendio ogni mese. "Era il mio spirito di vita, per la salute e il benessere della persona sdraiata in un letto di degenza, che chiede e ha bisogno di essere curata dalla medicina ma, ancora di più, compresa in modo empatico per potersi rialzare da quel letto che molto spesso risulta essere la tana della disperazione – racconta Stefania –. Perché il paziente ha bisogno di ascolto, cure amorevoli per ritrovare la forza fisica e mentale per il suo stare bene, per poter proseguire a vivere al meglio la propria unica preziosa vita".

Stefania il mese scorso però si è dimessa, ha rinunciato alla sua missione, alla sicurezza di un impiego pubblico e di una paga puntuale, senza aver cercato né trovato prima un’alternativa. Non ne poteva infatti proprio più. Non dei pazienti, dei turni, degli straordinari. Non sopportava più chi, "a partire dai vertici aziendali, fino ad arrivare ai rad (i responsabili di area dipartimentale), senza alcun obbiettivo positivo e propositivo volto alla salute del paziente, ha deciso di mandare in frantumi il nostro welfare". Lo ha fatto dopo una quindicina di ordini di servizio dei suoi superiori per trasferirla da un reparto all’altro e per cancellarle riposi e ferie. 

Lo ha fatto alla vigilia di una visita con il medico del lavoro aziendale perché la "condizione lavorativa fisica e psicologica" l’hanno portata a "crisi di nervi". Stefania è solo una dei 194 dipendenti dell’Asst di Lecco che nei primi sei mesi del 2022 se ne sono andati, ad un ritmo di uno e mezzo al giorno feriale, in una sorta di esodo di massa che ha coinvolto più del 5% di tutti i lavoratori della sanità pubblica provinciale. In tutto il 2021 sono stati 321.

Alcuni hanno raggiunto la pensione, altri hanno approfittato di offerte per posti ritenuti migliori. Tanti come Stefania, si sono dimessi in tronco senza “vie di uscita“ perché non ne potevano più delle condizioni di lavoro, della mala organizzazione, della fatica di essere sempre di meno in servizio, di alcuni capi, dell’emergenza sanitaria "Un giorno – commenta Stefania - potrei essere io stessa in quel letto". E i rimpiazzi intanto non si trovano, i concorsi vengono banditi tuttavia pochi o nessuno all’Asst di Lecco partecipano.