Il professor Gilardi soffia sulle 90 candeline

La festa all’Istituto Airoldi&Muzzi dove è ospitato per essere protetto da chi, secondo la Procura, avrebbe voluto approfittarsi di lui

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di Daniele De Salvo

Ha compiuto novant’anni proprio ieri il professor Carlo Gilardi di Airuno. Li ha festeggiati insieme agli ospiti e agli operatori degli Istituti riuniti Airoldi e Muzzi di Lecco, dove è ricoverato da più di un mese per essere sottoposto ad alcuni accertamenti sanitari e tenerlo lontano da chi avrebbe dovuto accudirlo e invece si stava approfittando di lui e ora risulta indagato per circonvenzione di incapace. Il sindaco Alessandro Milani lo ha incontrato nei giorni scorsi.

"Non mi trattano come un re, ma come un imperatore", gli ha assicurato lui, che pure inizialmente avrebbe preferito evitare restarsene a casa sua, dove comunque dovrebbe tornare presto. "È una situazione temporanea – conferma il sindaco -. Il professore chiede di poter tornare alla sua abitazione e mi è stato confermato che si sta lavorando affinché ciò avvenga in condizioni di totale sicurezza e tutela".

I locali dove risiede come il guardino attorno erano infatti ridotti ad una sorta di immondezzaio, i suoi amati libri sparsi in ogni angolo anche in punti pericolosi come vicino ai fornelli e il cancello e lasciava sempre aperti cancelli e porte, pure di notte, con il rischio che qualcuno magari lo aggredisse per derubarlo. Spesso inoltre ha offerto ospitalità e accolto sconosciuti tra senzatetto e migranti in ambienti tra l’altro non sempre idonei né a norma. Al badante che lo accompagnava in auto invece è stata ritirata la patente perché guidava in maniera pericolosa, anche con lui a bordo. Dai suoi conti correnti risulterebbero inoltre notevoli quanto ingiustificati ammanchi. Quanto un simile stile di vita sia dipeso dalla sua precisa scelta di un’esistenza ascetica, anzi "francescana" come sostiene lui, piuttosto che magari da un deterioramento delle sue facoltà è difficile stabilirlo, ma proprio per questo è stato nominato un amministratore di sostegno.

"È mio dovere morale avvertire che ormai, data l’età il mio stato psico-fisico va sempre più degradandosi e pertanto non sono più una persona affidabile, ammesso e non concesso che lo fossi in passato", aveva del resto ammesso lui stesso in una lettera aperta indirizzata a tutti i suoi concittadini all’alba del primo gennaio scorso.