La “Grande Lecco” non si ferma

In serata riunione per costituire il Comitato che lavora alla città metropolitana

Una panoramica della città

Una panoramica della città

Lecco, 11 aprile 2018- Prima era solo un'idea cullata trent’anni fa da pochi illuminati: tra costoro di sicuro Aroldo Benini, insegnante, fondatore e direttore della rivista “Archivi di Lecco”, nonchè indimenticato titolare della Libreria Dell’Angelo di via Carlo Cattaneo. A quel tempo venivano additati come sognatori, quando non addirittura gente stramba. Più di recente quell’idea è tornata in auge e tra i suoi maggiori sponsor ha visto anche il compianto Giovanni Codega, che nel pianificare l’azzeccatissimo rifacimento del lungolago già immaginava la sua Malgrate insieme a Lecco e agli altri Comuni dell’hinterland aggregati in un’unica entità. Negli anni quella spinta si è fatta via via più intensa sino a sfociare in un libro dal titolo eloquente, “La Grande Lecco”, scritto dal giovane pubblicista Paolo Valsecchi e presentato di recente a un manipolo di sindaci, gli stessi che dovrebbero aderire al grande progetto.

Ora “Appello per Lecco” e il suo presidente Rinaldo Zanini si apprestano addirittura a dar vita a un vero Comitato «eterogeneo e trasversale che possa dar corpo al modello presentato nel libro», spiega Corrado Valsecchi, assessore comunale a Lecco e tra i fondatori dell’associazione. «Anche perchè o lo facciamo noi, o tra breve ci verrà imposto da Roma o Milano». Il progetto, in estrema sintesi, è quello di creare un’unica grande città che nascerebbe dalla fusione di 13 Comuni: Abbadia Lariana, Ballabio, Civate, Galbiate, Garlate, Lecco, Malgrate, Mandello del Lario, Morterone, Olginate, Pescate, Valmadrera e Vercurago. L’obiettivo è costruire una città da centomila abitanti (per l’esattezza 108.793) che porterebbe a una razionalizzazione dei servizi e una più attenta gestione dei soldi pubblici. «Non si può continuare a chiedere ai cittadini di fare sacrifici - spiega Valsecchi -. Bisogna anche che lo Stato per primo si dia una regolata per adeguarsi ai tempi e rendersi più efficiente e competitivo con il mondo esterno». Del resto la storia di Lecco è una storia di fusioni avvenute nei secoli. Dal medioevo e fino al 1757 la Comunità generale di Lecco era un piccolo staterello autonomo del Ducato di Milano che poi, sotto la dominazione austriaca, venne frantumato in tante piccole entità. Dopo l’Unità d’Italia cominciano invece le fusioni: nel 1867 Olate si fonde ad esempio con il Comune “Castello sopra Lecco”, che poi con il regio decreto del 27 diecmbre 1923 si unì con Acquate, Germanedo, Laorca, rancio, San Giovanni alla Castagna, e le frazioni di Belledo e Sant’Ambrogio formando di fatto la Lecco di oggi.

«Che senso che Morterone sia ancora un comune a sè - si chiede ancora Valsecchi -. Serve lungimiranza: dobbiamo unirci per contare di più in futuro. E questo non significa perdere la propria identità. I nostri rioni sono un esempio: fanno parte della città ma ognuno continua a mantenere le proprie tradizioni, le proprie feste e le proprie parrocchie».