Coronavirus, don Giuseppe ritorna in ospedale: da missionario a infermiere in corsia

Don Giuseppe Morstabilini invece di partire per l’Africa ha deciso di tornare alla vecchia professione al fianco dei pazienti

Don Giuseppe Morstabilini, 44 anni, originario di Cassago Brianza

Don Giuseppe Morstabilini, 44 anni, originario di Cassago Brianza

Cassago Brianza (Lecco), 31 marzo 2020 - Ha dismesso l’abito talare per indossare nuovamente la divisa da infermiere e dare una mano a chi in questo momento ne ha più bisogno, cioè ai tanti ammalati di coronavirus ricoverati da soli in isolamento senza poter nemmeno ricevere il conforto dei familiari. Don Giuseppe Morstabilini, 44 anni, ultimo di 11 figli, sacerdote originario di Cassago Brianza dove ha celebrato la sua prima messa il 12 giugno 2004, prima di entrare in seminario e di essere ordinato prete ambrosiano, si è infatti diplomato infermiere professionale alla scuola dell’ospedale San Leopoldo Mandic di Merate e ha lavorato in corsia al Valduce di Como.

"Per me non c’è differenza nel dare la vita come prete in oratorio, come missionario in Africa o, in questo momento contingente tanto particolare, rimettendomi a servizio e offrendo quel poco che posso fare come infermiere – spiega -. Il mio desiderio è sempre quello di dare appunto la vita per il bene degli altri e per testimoniare il Vangelo". Il don non è nuovo a scelte radicali, oltre a quella del sacerdozio. Dopo essere stato coadiutore e responsabile della pastorale giovanile nei centri parrocchiali di Bareggio e di Nova Milanese in provincia di Milano, nei mesi scorsi si è offerto come missionario Fidei donum in Zambia sull’esempio di suo fratello maggiore don Mario che è stato in missione in Camerun e di sua sorella più grande suor Giovanna missionaria in Sudamerica.

"Proprio in vista della mia partenza per l’Africa lo scorso novembre mi sono trasferito a Dublino per studiare la lingua inglese, ma a metà marzo sono dovuto rientrare in Italia dall’Iralanda in anticipo a causa dell’emergenza che ha stravolto anche tutti gli altri programmi", racconta dal sito della Diocesi di Milano. Durante la quarantena obbligatoria a Samarate ha così meditato di scambiare temporaneamente la tonaca con il camice bianco. Detto e fatto: da sabato è di nuovo in reparto all’ospedale di Busto Arsizio. "Spero di potere dare un segno di speranza", auspica don Giuseppe.