"Mio figlio rapito dalla madre algerina". L'incubo di un papà lecchese

Non lo vede da 22 mesi malgrado per i giudici italiani debba stare con lui: "Mi sento come la mamma di Denise Pipitone"

Angelo Maggioni con il piccolo che gli è stato sottratto dalla madre

Angelo Maggioni con il piccolo che gli è stato sottratto dalla madre

Ballabio (Lecco) - Per i giudici italiani suo figlio Alessio di 8 anni, che non vede ormai da 22 mesi, dovrebbe stare con lui in Italia, per i giudici algerini invece con la madre in Algeria, dove lei lo ha trascinato nel luglio 2019 con il pretesto di una vacanza nel suo Paese d’origine senza poi riportarlo più a casa. "Mi sento un po’ come credo si senta la mamma di Denise Pipitone – confessa papà Angelo Maggioni, 42enne di Ballabio -. Io almeno per il momento posso consolarmi con la certezza che mio figlio sia vivo, un paio di volte sono anche riuscito a parlargli e sentirlo per telefono, ma nemmeno io so con esattezza dove si trovi, né come stia".

La paura è molta: in Algeria la pandemia continua a dilagare e anche la situazione socioeconomica non è delle migliori. Pure la frustrazione è molta: nonostante la denuncia che ha presentato per rapimento di minore, le segnalazioni degli agenti dell’Interpol, le continue richieste di aiuto ai funzionari del Viminale e del ministero degli Esteri, sembra che nessuno possa o voglia aiutarlo e sia in grado di riportargli a casa suo figlio che è un cittadino italiano. Già in passato la sua ex moglie, oggi 33enne, gli aveva “rubato“ il figlio e lui aveva aveva dovuto combattere per quattro anni per riuscire a riabbracciarlo, perché lei in Algeria ha ottenuto l’affidamento esclusivo del piccolo, mentre in Italia avevano raggiunto in tribunale un accordo di affido congiunto. 

Proprio per rispettare il pronunciamento dei giudici italiani il papà nell’estate 2019 aveva acconsentito che la madre portasse con sé Alessio in Algeria per un paio di settimane di vacanza: i quindici giorni sono però diventati mesi e i mesi ormai quasi 2 anni. "Purtroppo mi ero sbagliato di nuovo a lasciarlo andare via con lei – ammette Angelo -. E pensare che li ho accompagnati io all’aeroporto... non riesco proprio a perdonarmelo. Ma che altro potevo fare?". Contro la sentenza di affido esclusivo alla mamma dei giudici algerini ha presentato ricorso, che tuttavia per un mero presunto vizio di forma è stato cassato, senza che tra l’altro nessuno gli abbia comunicato mai nulla: lo ha scoperto solo nei giorni scorsi, nonostante il verdetto risalga al 2018, addirittura prima che l’ex moglie, che invece lo sapeva, gli “scippasse“ per la seconda volta Alessio, sicura che tanto a quel punto in Algeria non sarebbe mai più stata obbligata a restituire il figlio e riportarlo in Italia, dal padre, dal nonno e dagli amici e ai compagni di scuola.