Alluvione nel Lecchese, i primi sfollati tornano a casa: si valuta l’agibilità

Al momento la stima dei danni si aggira sulla dozzina di milioni di euro, ma la cifra è destinata a salire

I danni dell'alluvione

I danni dell'alluvione

Primaluna (Lecco), 17 giugno 2019 - Centonovantotto sfollati hanno dormito fuori casa, ospiti da familiari e amici, oppure in strutture ricettive della zona, per la quinta notte consecutiva. Per molti di loro potrebbe però essere stata l’ultima. Oggi, infatti, in diversi dovrebbero rientrare nelle proprie abitazioni a Primaluna. Almeno questa è la speranza degli evacuati e del loro sindaco, Mauro Artusi, che anche ieri ha lavorato con tecnici e ingegneri per valutare l’agibilità degli edifici sgomberati in seguito alla colata di acqua, fango e detriti che mercoledì, quando il Molinara, il Fuss e il Noci hanno rotto gli argini contemporaneamente sommergendo le frazioni del piccolo paese della Valsassina. «Abbiamo in programma un incontro questa mattina per tracciare il punto della situazione e verificare tutte le dichiarazioni e certificazioni di conformità degli impianti elettrici, idraulici e del metano, perché non metterò mai a repentaglio i mie concittadini» – ha spiegato Artusi.

Al momento la stima dei danni si aggira sulla dozzina di milioni di euro, ma la cifra è destinata a salire con il prosieguo della conta e delle verifiche a infrastrutture, edifici e attività commerciali, artigianali e imprenditoriali. «Molto resta da fare, ma molto abbiamo fatto, la situazione sta lentamente tornando alla normalità, abbiamo ripristinato praticamente tutte le strade grazie ai volontari, agli abitanti del posto e agli imprenditori – prosegue il primo cittadino –. Però adesso abbiamo bisogno di aiuto da parte delle istituzioni e dei rappresentanti delle istituzioni, che non ci possono assolutamente abbandonare. Per ora stiamo tamponando l’emergenza, ma c’è praticamente un intero paese da ricostruire e dobbiamo riuscirci in fretta».

La paura, infatti, è quella di una nuova ondata di maltempo – le cui avvisaglie ci sono state già l’altra sera – prima che gli argini e le sponde dei torrenti siano rinforzati a dovere e le frane e gli smottamenti consolidati. Anche a Premana, in Valvarrone, si sta tornando lentamente alla normalità, sebbene l’allerta non sia affatto cessata proprio a causa di alcuni smottamenti in movimento.