REDAZIONE LECCO

Allarme soccorso sanitario. Emergenze e trasporti. Mancano nuovi volontari

Croce di San Nicolò e sodalizio di Lecco sono alla ricerca di personale. Raggiunta quota 15.286 servizi. La media è di quaranta tutti i giorni in provincia.

Il lavoro per i soccorritori della Croce di San Nicolò e di Lecco Soccorso non manca. Anzi, purtroppo, aumenta. Purtroppo perché significa che sempre più persone si feriscono, infortunano, stanno male, hanno bisogno di assistenza sanitaria. Mancano però i volontari. Nel 2024 i soccorritori della Croce di San Nicolò e di Lecco Soccorso hanno fronteggiato più di 15mila servizi, 15.286, più di una quarantina di media al giorno.

Nel 2023 erano stati appena poco più di 14.700. I servizi per conto dei sanitari di Areu sono diminuiti da 3.099 a 2.779. Di contro sono aumentati da 7.135 a 7.867 i servizi per la dialisi, da 1.886 a 2.114 i trasferimenti, da 75 a 78 gli accompagnamento per ricoveri e da 134 a 137 l’assistenza a gare. Complessivamente i 16 dipendenti e i 53 volontari hanno percorso a bordo delle 10 ambulanza e delle due Fiat Doblò più di 375mila chilometri: è come se avessero compiuto quasi 10 volte il giro del mondo lungo l’equatore o la circonferenza terrestre. Nel 2023 i chilometri percorsi erano stati poco meno di 353mila.

"Purtroppo è sempre più difficile trovare volontari – spiega la responsabile Maria Pia Livoni -. Sono sempre meno, quelli che ci sono invecchiano". Una situazione che accomuna molte realtà di volontariato. Gli standard per reclutare, selezionare e formare i soccorritori sono inoltre sempre più elevati e i corsi sono molto impegnativi: il corso base dura 120 ore, a cui si aggiungono altre 60 ore di servizio in affiancamento. Gli esami e le prove sono molto rigorosi. Certo, significa che i volontari sono sempre più preparati e qualificati, anche per gestire le esigenze sul territorio, ma tra studio, lavoro, impegni personali, sono sempre meno soprattutto i giovani che hanno modo di affrontare il percorso e di mettere poi a disposizione parte della loro esistenza.

"Alla fine purtroppo a pagarla saranno come sempre i più deboli", avvertono i soccorritori. Vale per i cosiddetti servizi secondari, come appunto i trasferimenti dei pazienti, e pure per i primari di emergenza.

Daniele De Salvo