Lecco, l'Africa come una discarica: denunciato trafficante di rifiuti pericolosi / VIDEO

I finanzieri del Secondo gruppo di Genova hanno intercettato 130 tonnellate di rifiuti pericolosi destinati in Africa. Tra i denunciati anche un 30enne lecchese del Birkina Faso.

Rifiuti pericolosi (Archivio)

Rifiuti pericolosi (Archivio)

Lecco, 12 giugno 2020 - Spedizioni pericolose di rifiuti anche tossici dal Nord Italia, provincia di Lecco compresa, verso l'Africa, considerata e trattata alla stregua di una immensa discarica a cielo aperto. Tra i 16 trafficanti di immondizia tricolore destinata al Continente nero denunciati dai militari del Secondo gruppo della Guardia di finanza di Genova, alle dipendenze del colonnello Mario Leone Piccinni che fino all'estate 2017 è stato a capo del Nucleo di Polizia tributaria lecchese, c'è anche un 30enne lecchese originario del Burkina Faso che abita in Brianza. Secondo gli investigatori del 117, come del resto gli altri, avrebbe raccolto quintali di apparecchiature elettriche ed elettroniche dismesse, oli esausti, scarti di lavorazioni industriali ma anche auto, moto e motorini rubati smembrati e ridotti a pezzi di ricambio per dirottarli in Senegal Costa d'Avorio, Marocco e Nigeria. Le componenti più pregiate e riciclabili sarebbero state presumibilmente riutilizzate e rivendute al mercato nero, guadagnandoci quindi ulteriormente, mentre tutto il resto sarebbe stato buttato a mare, abbandonato su qualche spiaggia o intombato chissà dove. Dove abbia raccattato i rifiuti pericolosi è difficile da stabilirlo, verosimilmente è stato pagato da qualche imprenditore o commerciante della zona per disfarsene senza sobbarcarsi i costi burocratici e di smaltimento. Fortunatamente il carico, o almeno parte di esso, è stato intercettato dai finanziari al porto di Genova, dove nel corso di un anno i finanzieri, insieme agli ispettori dell'Agenzia delle Dogane, hanno impedito che salpassero complessivamente 130 tonnellate di rifiuti stipati in 10 container e 6 furgoni. “L'operazione, durata circa 12 mesi e denominata “Spedizioni pericolose”, ha permesso di intercettare un giro di rifiuti, specialmente raee, venissero consegnati da diversi operatori economici soprattutto italiani a soggetti nordafricani organizzati in piccoli gruppi che organizzavano la raccolta, lo stoccaggio e la spedizione, eludendo le procedure e le pratiche di smaltimento e i relativi costi oltre che i controlli previsti – spiega il sottotenente Francesco Gianquinto -. Al momento non abbiamo evidenze che questi traffici siano stati gestiti da affiliati alla criminalità organizzata”. Le indagini però proseguono, perché i sospetti che i 16, tra cui il burkinabè di 30anni, siano stati manovrati da altri magari in quota 'ndrangheta ci sono. Intanto risultano tutti indagati per traffico illecito di rifiuti e alcuni di loro anche per ricettazione proprio per aver raccattato interi veicoli rubati per recuperare gomme, motori, telai e parti di carrozzeria. Nonostante i loro piani i rifiuti sequestrati con cui volevano avvelenare l'Africa sono stati poi correttamente smaltiti e se ne sono dovuti sobbarcare tutti i costi e le spese.