Eccessi di burocrazia

Due importanti novità metteranno subito alla prova il governo Lega-Cinque Stelle, ammesso che ce la faccia a decollare

Milano, 27 maggio 2018 - Due importanti novità metteranno subito alla prova il governo Lega-Cinque Stelle, ammesso che ce la faccia a decollare. Il primo, quello dell’entrata in vigore del nuovo regolamento Ue sulla privacy, l’ostico Gdpr (General Data Protection Regulation) varato venerdì scorso e che darà tempo di adeguarsi fino al prossimo 20 giugno. Il secondo, l’obbligatorietà della fattura elettronica per le partite Iva che intendono detrarre e dedurre costi e imposte relativi al rifornimento di carburanti, che ci attende al varco per l’1 luglio. Agli Stati membri, l’Ue ha concesso zero flessibilità, non prevedendo alcun periodo di transizione per la messa a regime della normativa applicabile per la tutela della privacy. E, anzi, promettendo sanzioni fino al 4 per cento del fatturato per chi non si adeguerà o per coloro che ne violeranno i contenuti. La norma europea non ha però distinto, al solito, tra grandi realtà industriali e modeste ditte artigiane, mettendo in croce soprattutto micro e piccole imprese, commercianti e professionisti, chiamati a mettersi in regola. 

Tra gli obblighi, la tenuta del registro delle informazioni sensibili, la richiesta del consenso di chi li fornisce, l’autovalutazione di conformità dell’azienda ai nuovi dettami, la possibilità di cancellare i dati personali su singola richiesta degli interessati, fino all’introduzione di sistemi volti a prevenire attacchi esterni agli archivi digitali. Burocrazia alle stelle, che si traduce in costi spesso insostenibili sia in termini concreti, sia di tempo speso dal piccolo imprenditore per adeguarsi al Gdpr. Idraulici, parrucchieri, elettricisti non hanno interesse a usare i dati personali della clientela a fini commerciali, eppure sono considerati alla stessa stregua dei giganti del web o delle multinazionali, con identici obblighi. Una telefonata allo stabilimento balneare di fiducia per prenotare l’ombrellone in estate costringerà il bagnino a inserirvi nell’apposito registro dei dati personali, con un onere per avviarlo e mantenerlo pari a circa 3-400 euro all’anno, anche se la sua attività è stagionale. Nel caso di una palestra con 250 clienti servirà poi un responsabile esterno del trattamento dei dati che può costare tremila euro all’anno. Come intende intervenire un governo di svolta su un tema di clamorosa mancata semplificazione (anzi, di palese aggravamento di burocrazia) come questo? E cosa intende fare il premier Giuseppe Conte, considerato che avrà un mese di tempo per intervenire sulla prevista obbligatorietà della fattura elettronica per i rifornimenti di carburante delle partite Iva dal prossimo luglio? Considerato poi che dal primo gennaio 2019 l’emissione di fattura elettronica coinvolgerà tutte le transazioni tra ditte private, appare quasi scontato pretendere un’azione del governo. Le aziende, soprattutto quelle piccole, attendono al varco con grande speranza l’attività di semplificazione promessa dalla compagine giallo-verde. Un banco di prova tangibile denso di aspettative. sandro.neri@ilgiorno.net