La vana attesa degli aiuti che non arrivano

Il nodo liquidità è quello da sciogliere per primo

Milano, 12 aprile 2020 - È di nuovo allarme sicurezza. Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha inviato ai prefetti una nuova direttiva per potenziare i presidi a tutela della legalità. Secondo il Viminale ci sarebbero rischi di tensioni e di focolai estremisti a causa del crescente disagio sociale dovuto all’emergenza Covid 19. È la riprova che tutti i nodi stanno venendo al pettine, visto che la pandemia ha di fatto paralizzato l’economia del Paese. La gente inizia ad essere insofferente sia alle restrizioni nei comportamenti che alle incertezze sul futuro dell’occupazione. Il nodo liquidità è quello da sciogliere per primo. 

Senza risorse economiche, infatti, è impossibile riaccendere i motori delle imprese e restituire ai più bisognosi la possibilità di fare acquisti almeno per i beni di prima necessità. La conflittualità politica fra maggioranza e opposizione, ma anche fra gli stessi alleati di governo, indebolisce la posizione italiana nei negoziati con l’Europa e alimenta dubbi sulla capacita del sistema Paese di superare l’attuale emergenza. Alla catena di decreti che si sono succeduti in oltre un mese non ha fatto seguito alcuna concreta erogazione di denaro nelle casse delle imprese e nelle tasche dei cittadini. E questo toglie credibilità ai proclami ufficiali del governo che continua a dichiarare di poter fare a meno dell’Europa e di voler rifiutare qualsiasi ipotesi di ricorso al Mes.

Senza fare i conti però con le esigenze impellenti e ormai improcrastinabili di milioni di persone impossibilitate a pagare affitti e bollette, essendo rimaste senza lavoro e in molti casi avendo più di un figlio a carico. L’ostinazione del premier Giuseppe Conte sugli eurobond potrebbe portare al nulla di fatto se fra gli alleati europei prevalesse l’indisponibilità a condividere i costi dell’attuale emergenza. A quel punto però a Palazzo Chigi non resterebbe altro che ingoiare il rospo del fondo salvastati per poter attingere alle casse europee per fronteggiare le innumerevoli necessità di famiglie e imprese che senza aiuti concreti potrebbero non farcela. Il tempo gioca contro gli sforzi del governo, ogni giorno che passa ci sono artigiani, professionisti, autonomi e altre categorie di lavoratori in difficoltà. Tutti ad aspettare ogni volta segnali concreti dalla politica. Attesa fin qui drammaticamente vana.