
Entro il 16 gennaio, imprese e autonomi devono versare 42,3 miliardi di tasse, secondo la Cgia di Mestre.
E' in arrivo il primo "ingorgo fiscale dell'anno": entro lunedì 16 le imprese e i lavoratori autonomi saranno chiamati a versare all'erario 42,3 miliardi di euro in tasse. La stima è dell'Ufficio studi della Cgia di Mestre (Venezia), secondo cui l'importo è "certamente sottodimensionato, poiché non include il valore economico dei contributi previdenziali che dovranno essere pagati dalle imprese e dai lavoratori autonomi", che combatto con problemi di liquidità.
Entro dopodomani - spiega la Cgia - si dovranno versare all'erario almeno 34 miliardi, quasi l'80% del gettito totale previsto in capo alle aziende, in particolare per le ritenute Irpef sui lavoratori dipendenti e sui collaboratori familiari (14,4 miliardi), l'Iva (13,2), l'Imu (5) e le ritenute Irpef dei lavoratori autonomi (1,3). Nel caso delle ritenute Irpef le aziende agiscono come sostituti d'imposta per conto dei lavoratori; riguardo all'Iva, invece, si tratta di somme già incassate in precedenza a seguito dell'emissione di una fattura.
Nonostante il Consiglio dei Ministri abbia rinviato al 21 luglio il pagamento dell'Ires, dell'Irap, dell'Irpef e delle addizionali Irpef ai forfettari e alle partite Iva soggette agli Indici Sintetici di Affidabilità (Isa), sempre secondo le stime Cgia nell'ultimo giorno di giugno è previsto un gettito per l'erario di 17 miliardi per il pagamento dell'Ires (9,8 miliardi), dell'Irap (4,9), dell'Irpef (1,5) e delle addizionali regionali/comunali Irpef (900mila). In totale le casse dello Stato riscuoteranno a giugno complessivamente 59,3 miliardi.
Tra i Paesi Ue, l'Italia nel 2024 si è posizionata al sesto posto per pressione fiscale sulle imprese, con un tasso del 42,6% del Pil, dietro a Danimarca (45,4%), Francia (45,2%), Belgio (45,1%), Austria (44,8%) e Lussemburgo (43). Tra i competitor commerciali, tranne la Francia gli altri hanno un livello nettamente inferiore: se in Germania il peso fiscale sul Pil era al 40,8% (1,8 punti in meno rispetto al dato Italia), in Spagna era al 37,2% (-5,4). Il tasso medio in Ue nel 2024 è al 40,4%, -2,2 punti della media nazionale.