REDAZIONE ECONOMIA

Contributi per 30 milioni ai produttori d'olio. Ma il Consorzio Garda Dop è tagliato fuori

I criteri di assegnazione stabiliti nel Fondo penalizzano una produzione di nicchia ma anche di altissima qualità

Laura Turri, presidente del Consorzio di Tutela dell'olio extra vergine di oliva Garda Dop

Brescia - Trenta milioni di euro per lo sviluppo e il sostegno della filiera olivicola-olearia, ma gran parte dei 470 soci del Consorzio di Tutela dell'olio extra vergine di oliva Garda Dop restano esclusi dal Fondo. Un problema di non facile soluzione, soprattutto perché l’olivicoltura gardesana è già duramente provata dalle difficili campagne di raccolta 2019 e 2021, in cui la produzione di olio Garda Dop è stata praticamente azzerata

Delle risorse del 'Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura', infatti, potranno beneficiare solamente “i produttori olivicoli associati ad organizzazioni di produttori riconosciute” e con una “superficie minima interessata pari a 2 ha”. La decisione di elargire il contributo esclusivamente alle aziende legate ad Organizzazioni di Produttori riconosciute, di fatto esclude le aziende associate solo al Consorzio di Tutela: "Una scelta – sottolinea la presidente del consorzio gardesano, Laura Turri - che a noi produttori appare in contrasto gli obiettivi del D.M. e con il ruolo stesso del Consorzio di Tutela che, come riconosciuto dallo stesso Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, è quello di tutelare e promuovere il prodotto Garda Ddp ma anche assistere i soci nel perseguire la qualità dell'olio e la sostenibilità della filiera di cui facciamo parte".

Altro tema fondamentale è l’ammissibilità al contributo solo per le aziende la cui superficie a oliveto sia pari o superiore a 2 ettari, limite che, per il Garda Dop, vuol dire non concedere aiuti ad oltre l’80% degli olivicoltori. "In questo l'olivicoltura del Garda è molto più simile ad altri settori – prosegue la presidente Turri - ad esempio al comparto del vino, dove spesso le produzioni più blasonate provengono da piccole particelle di territorio, come nel caso della menzione 'Vigna' per l’Amarone della Valpolicella Dogc o 'Rive' nel Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg. Ma, se nel settore enologico i sostegni vengono erogati anche a chi possiede piccolissimi appezzamenti di vigneto, salvaguardando così produzioni storiche e di nicchia, non altrettanto avviene per la filiera olivicola-olearia; anzi, come sottolineato nel Decreto, il Ministero preferisce dare priorità agli investimenti nelle aree di maggiore superficie e caratterizzate da una grande densità. Purtroppo, questo significa non tenere conto della particolarità del nostro territorio, la cui morfologia non consente l'ampliamento degli uliveti".

Ma è proprio la conformazione territoriale, tra le montagne e il lago, a garantire l'altissima qualità del prodotto e a disegnare i confini degli oliveti, con la conseguente parcellizzazione delle produzioni: basti pensare che la superficie totale iscritta alla denominazione è di 793 ettari, distribuita tra 549 olivicoltori. "Paradossalmente, è proprio questa particolare struttura geografica ad escluderci dai sostegni economici destinati alla filiera di cui facciamo parte", chiosa la presidente.