Trezzano sul Naviglio, serrande abbassate e licenziamenti all'IperDì

Dopo le speranze dei giorni scorsi, alimentate dalla riapertura del supermercato del quartiere Zingone, è arrivata la doccia fredda

I SuperDì e IperDì sono in crisi

I SuperDì e IperDì sono in crisi

Trezzano sul Naviglio, 22 settembre 2018 - Giù la saracinesca all’IperDì di via Curiel. Dopo le speranze dei giorni scorsi, alimentate dalla riapertura del supermercato del quartiere Zingone, è arrivata la doccia fredda: con una lettera indirizzata ai lavoratori e alla clientela, il 3 settembre la società ha comunicato la chiusura del punto vendita. In queste ore alcuni dipendenti svuoteranno i locali dalla poca merce rimasta sugli scaffali. Poi anche per loro, come per il resto dei 40 lavoratori, inizierà un periodo di sosta forzata: verranno consumati tutti i permessi retribuiti e i giorni di ferie non consumati prima di iniziare un nuovo periodo di aspettativa volontaria.

«In queste ore aspettavamo notizie rincuoranti sulla vendita del sito – spiega il sindaco, Fabio Bottero – ma non sono arrivate. Siamo stati informati che c’è una trattativa riservata per alcuni punti vendita della catena ma non abbiamo la certezza che anche lo store di Trezzano rientri tra questi. Le speranze sono tante: siamo consapevoli della valenza di quel sito, l’unico di grande distribuzione in zona e quindi appetibile per molti marchi».

Il Comune segue passo passo la vicenda anche se le informazioni arrivano a spizzichi e bocconi. «I nostri obiettivi - dice Bottero - sono la tutela dell’occupazione e la salvaguardia di un servizio fondamentale per il quartiere». Infatti, il supermercato è diventato, negli anni, un punto di riferimento per i residenti della zona: oltre ad essere un supermercato adatto a tutte le tasche era logisticamente vicino a importanti quartieri residenziali.

Nel frattempo, i lavoratori hanno ricevuto i rimborsi fiscali previsti nel cedolino di luglio e il 40% della retribuzione. Il saldo dovrebbe arrivare entro fine mese. All’appello, però, mancano le altre mensilità. Hanno preso carta e penna anche i sindacati scrivendo al ministero dello sviluppo economico per convocare le parti coinvolte. Da quanto evidenziato dalle sigle sindacali, i nodi erivano, principalmente, dalle mancate retribuzioni. La lettere fa seguito ad altri carteggi intercorsi e pone l’attenzione sul futuro della società che vede «un percorso di smembramento attraverso la vendita di singoli punti vendita senza alcuna garanzia dei livelli occupazionali».