Milano - Anche in Lombardia , la regione più puntuale, oltre un’impresa su due non riesce a rispettare le scadenze. Lo “Studio Pagamenti“ di Cribis - società del Gruppo Crif specializzata nella business information - analizzato le aziende di 38 Paesi che rappresentano circa il 90% del Pil mondiale e le principali economie con cui le imprese italiane hanno rapporti commerciali. In Italia i pagamenti ai fornitori oltre 30 giorni (considerati ritardi gravi) sono tornati ai livelli pre-Covid (10,5%) , in leggero calo rispetto al 2021 (11%). Un risultato che tuttavia conferma il Paese ai primi posti nel panorama internazionale. Solo il 38,8% delle imprese salda alla scadenza. Il miglioramento sensibile rispetto al 2019 (+11%) non è bastato a ridurre il gap con le grandi d’Europa (Francia, Germania, Regno Unito, Spagna): solo Grecia, Romania, Serbia, Portogallo, Croazia, Turchia e Bulgaria accumulano più ritardi. In Lombardia la percentuale delle imprese puntuali sale al 48,4%: il 44,5% salda il conto con i fornitori entro i 30 giorni successivi mentre il 7,2% accumula ritardi gravi. Il trend del primo trimestre dell’anno è positivo: i ritardi oltre i 30 giorni sono diminuiti del 7% rispetto all’ultima parte del 2021 e del 20,4% se confrontati con lo stesso periodo di un anno fa. I primi quattro posti della graduatoria nazionale delle province più virtuose sono lombardi: prima è Sondrio con il 62,7% delle imprese che paga in modo puntuali. Seguono Brescia (58,2%), Bergamo (56%) e Lecco (54,4%). A Como e Mantova il 51,9% delle imprese rispetta le scadenze, a Cremona il 51,4%. Sotto il 50% si trovano Varese con il 48% , Monza con il 47,9% , Lodi con il 43,3%, Pavia con il 40,9%. Chiude Milano, che pareggia la media italiana con il 38,8%. Nell’altra classifica che riguarda i ritardi gravi, oltre i 30 ...
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