BARBARA CALDEROLA
Economia

Agrate Brianza: Commscope Italy taglia 42 posti, la produzione trasloca in Cina e India

Nei guai un terzo del personale: tutti hanno almeno 15 anni di anzianità. Fiom e Rsu chiedono di sostituire i licenziamenti con la cassa integrazione per riorganizzazione

Commscope Italy ha annunciato il taglio di 42 posti

Commscope Italy ha annunciato il taglio di 42 posti

Agrate Brianza (Monza) - Sciopero e trattativa tutta in salita per i sindacati alla Commscope Italy di Agrate. Il fondo americano che controlla l’azienda brianzola ha deciso di licenziare un terzo del personale, 42 dipendenti su 158 – ma una decina sono manager – per delocalizzare il settore filtri che "non rende più" in Cina e in India, dove ci sono già altri stabilimenti del gruppo."Se ne andrà l’intera filiera – spiega Mauro Castelli della Fiom-Cgil Brianza – ricercatori, progettisti e magazzinieri, impiegati tecnici e operai". Qui si producono infrastrutture per la comunicazione anche per il 5G, "quel che fa più male è la totale mancanza di responsabilità sociale della proprietà – aggiunge il sindacalista – un copione che purtroppo continua a ripetersi. In Brianza si guadagna meno, i fondi si spostano dove il profitto è garantito e i lavoratori diventano pacchi postali: inaccettabile".

L'ultima speranza

Lunedì è fissato un nuovo incontro in Assolombarda fra le parti, si proverà a scongiurare la fumata nera. "Chiederemo ancora una volta la marcia indietro, anche alla luce dei brillanti risultati economici del sito nell’ultimo triennio: quasi 21 milioni di euro di utili in via Archimede – ricorda Castelli – per questo la svolta è più di una doccia fredda". La reazione alla riorganizzazione "è stata immediata da parte di tutto il personale. Il rendimento del reparto filtri è stato sotto le aspettative e quindi si taglia. Una filosofia che non fa dormire sonni tranquilli a nessuno – sottolineano i metalmeccanici – le ricadute occupazionali su Agrate sono pesantissime anche perché qui gli addetti hanno almeno 15 anni di anzianità. Ma la maggior parte è oltre i 20, l’età media supera i 45. Si tratta di quasi tutti uomini". Una fotografia che racconta "lo stato d’animo facilmente immaginabile delle famiglie coinvolte. A tutto questo però noi diciamo no. E lo ribadiremo al tavolo con la controparte".

La proposta

Fiom e Rsu hanno chiesto di sostituire lo strappo dei licenziamenti con la cassa integrazione per riorganizzazione, "in modo da ridurre nel tempo l’impatto degli esuberi", ma l’azienda per ora ha risposto picche. "Giovedì saremo ai cancelli per protestare, due ore, dalle 9.30 alle 11.30, per opporci all’ennesima operazione di macelleria sociale".