
Troye Sivan canterà all’Alcatraz
Milano, 1 maggio 2016 - È la pop star 2.0. Uno dei 25 adolescenti più influenti del pianeta secondo Time Magazine, che nella sua classifica l’affianca ad altri titolatissimi “enfant” di riferimento come il Premio Nobel Malala Yousafzai, il leader del movimento di disobbedienza civile di Hong Kong Joshua Wong, le Figlie di Obama Sasha e Malia. Anche se l’accostamento non toglie certo il sonno a Troye Sivan, ultimo “youtuber” di una schiera che va da Shawn Mendes a Justin Bieber. Pure lui, infatti, deve la sua popolarità planetaria alla rete e ad una serie di brani fortunati che l’hanno portato, col recente “Blue neighbourhood”, a centrare il traguardo del primo album. Avrà modo di rendersene conto il popolo dell’Alcatraz, dove Sivan è di scena il 2 maggio. Taylor Swift è una sua fan dichiarata e pure Adele giura di apprezzarlo anche per un’omosessualità vissuta, tanto nelle interviste che nei video, con la naturalezza del ventenne.
La depressione no, quella è tipica della generazione X (Factor).La sua palestra di virtù è stata inizialmente il teatro ma è riuscito ad avere una particina pure nel film “X-Men Le origini: Wolverine”. C’è poi la musica. Un elettropop dai retaggi EDM che gli consente di arrivare lì dove tanti altri si fermano. Se Bieber nell’ultimo cd “Purpose” sembra essere diventato una marionetta nelle mani di mega produttori quali Skrillex o Diplo, Sivan con la trilogia video di “Wild”, “Fools” e “Talk me dow” mostra di avere la sincerità e la semplicità giuste per convincere. Tutto con oltre 1 milione di singoli venduti, 3,7 milioni di iscritti al canale YouTube, 3 milioni di follower su Twitter. E nel 2015 dove la trovi una popstar che sul suo sito internet vende candele profumate per dare pure un odore (due le fragranze, “Placare” e “La calma”) alle canzoni che canta? A parlarne è lui stesso, al telefono da New York.
Partiamo dal sapore notturno titolo, “Blue neighbourhood”?
«Il “quartiere blu” è lo stesso di cui parlo nel testo del singolo Wild. Quello in cui si trovano i due sobborghi di Perth da cui provengo. Il desiderio di lasciarlo esprimeva il bisogno di realizzarmi che mi portavo dentro da giovanissimo. Ora che le cose sono un po’ cambiate mi capita di guardare quei “Blue neighbourhood” con una punta di tenerezza, per non dire di nostalgia, perché una parte della mia giovinezza l’ho lasciata lì”.
Popolare, giovane e gay. Si sente addosso la responsabilità di essere un’icona generazionale?
«Un po’ sì. Essere ascoltato da tanta gente mi spinge ad usare questo potere per mandare dei messaggi in cui credo, oltre che per dare voce a quella gente che di solito non ne ha. Per i ragazzi nella mia condizione sono tanti i pregiudizi da superare. Miley Cyrus ha dedicato al suo miglior amico, che è gay, una canzone dolcissima intitolata My heart beats for love, ricordo che a quindici anni non riuscivo ad ascoltarlo senza piangere».
Ha messo sul web dei video educativi sul sesso sicuro.
«Molti mi fanno domande sul sesso e sull’Aids, quindi penso di avere una certa sintonia con ragazzi LGBT a caccia di risposte che cercavo pure io alla loro età».
Quali sono stati i suoi eroi della musica?
«Michael Jackson come cantante ed Amy Winehouse come autrice. Ma pure Robyn e Kanye West. Andrea Bocelli l’ho scoperto invece su YouTube; vederlo cantare ‘Nessun dorma’ al Central Park è stata una folgorazione».
Con chi le piacerebbe collaborare prima o poi?
«Con Lorde (altro nome di punta della lista di Time Magazine - ndr) che trovo molto cool”.
Lunedì canta a Milano.
«Da ragazzino a parlarmi dell’Italia era Massimo, un vicino di casa figlio di oriundi con cui sono cresciuto. Tre anni fa, poi, sono venuto a Roma con la mia famiglia, poi sono tornato a Milano con gli amici. Dell’Italia amo la gente, lo spirito, lo stile; e fra i miei sogni c’è pure quello di comprarmi una Fiat 500”».