Opere d’arte, cimeli e collezione digitale: la nuova vita del Museo del Risorgimento

“Leonessa d’Italia“ apre al pubblico domenica: accanto a ricordi e sculture, le installazioni multimediali

Alcuni degli ambienti del Museo ricreati nel Piccolo e Grande Miglio

Alcuni degli ambienti del Museo ricreati nel Piccolo e Grande Miglio

Brescia, 24 gennaio 2023 -   Dai reperti storici, pochi e selezionatissimi pezzi tirati fuori dai depositi, alle opere d’arte, una ventina di capolavori che giungono anche dalla Pinacoteca Tosio Martinengo che hanno contribuito a formare l’immaginario sull’epopea risorgimentale. Sino alla collezione digitale che permette un approccio esperienziale, più ludico, al Museo, probabilmente una novità che risulterà assai gradita al pubblico più giovane ma non mancherà di intrigare anche e non solo gli appassionati di storia ma gli persone di ogni età.

Apre al pubblico domenica (ingresso gratuito dalle 10 alle 18; inaugurazione sabato dalle 12,30 alle 18) il nuovo Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia, completamente rinnovato nei contenuti, nell’allestimento e nella location. Ospitato negli spazi del Grande e Piccolo Miglio nel Castello di Brescia, questo luogo va ulteriormente a segnare l’apertura di questo anno particolarmente importante per Brescia Capitale della Cultura con Bergamo. Per dieci anni rimasto inaccessibile, negli ultimi tre il progetto di riallestimento del museo del Risorgimento, ha ricordato il sindaco Emilio del Bono, è andato avanti a tappe forzate, con un "poderoso intervento di recupero e valorizzazione edilizia".

E parallelamente, con l’obiettivo di farne un museo "costruito sulle idee". Non un luogo "polveroso" in cui accatastare cimeli ma una sorta di "museo teatro", ha sottolineato il direttore Fondazione Brescia Musei Stefano Karadjov, riferendosi alle drammatizzazione degli attori del Piccolo Teatro e degli allievi della scuola Ronconi che si possono ascoltare alzando la cornetta e che si aggiungono al datatelling e alle infografiche (sei le installazioni multimediali). Grazie agli schermi touch si possono ad esempio scoprire le storie degli ottanta garibaldini bresciani e i nomi della toponomastica italiana. Se e quante piazze e strade sono intitolate ad Anita Garibaldi o a Giuseppe Zanardelli, presidente del Consiglio dei Ministri dal 1901 al 1903. Il museo è diviso in otto sezioni denominate con altrettanti concetti chiave, si parte dalla Rivoluzione e si finisce con Eredità. La narrazione parte dalla Repubblica bresciana del 1797, passando attraverso le Guerre d’indipendenza e arriva alle soglie dei nostri giorni. Un focus particolare è riservato all’episodio delle Dieci giornate, che valsero alla città l’appellativo, reso celebre da Aleardo Aleardi e da Giosuè Carducci, di “Leonessa d’Italia”, in ragione dell’eroica resistenza popolare alle forze austriache (1849). Fra le opere in mostra ci sono quelle di artisti come Angelo Inganni, Jean Adolphe Beaucé (una nuova acquisizione del museo), Adolfo Wildt, Giovanni Battista Gigola, Caroline Deby, Eliseo Sala, Faustino Joli.