Mel Brooks, vivere per ridere: l'attore festeggia 90 anni

Mel Brooks compie 90 anni il 28 giugno, tra diverse celebrazioni, tra cui la bella iniziativa al Mic “Auguri Mel Brooks” di SILVIO DANESE

Il re della comicità Mel Brooks

Milano, 2 giugno 2016 - Era una notte buia e tempestosa. Ululano i lupi. Avanza il carretto verso la dimora a picco di Frankenstein. Il fetido Marty Feldman con la coperta nera sulla faccia sghemba indica a Gene Wilder, vestito da Sherlock Holmes: “Lupu lupululììì... e castello Lupu lulààà!”. Forse i ventenni di oggi non sanno di cosa stiamo parlando. Forse conoscono invece i lanci dell’esilarante scena su Youtube.

Per alcune generazioni è stata un brand, questa battuta: Mel Brooks. E il suo “Frankenstein junior”. Uscito nel 1974, vive ad eternum. C’è anche il celebre kolossal di scena a Broadway, nel 2007, prodotto da 16 milioni di dollari, 450 a biglietto. E vivo, arzillo, è anche Mel, che compie 90 anni il 28 giugno, tra diverse celebrazioni, tra cui la bella iniziativa al Mic “Auguri Mel Brooks”, un nuovo incontro con i suoi titoli e con alcune derivazioni dai suoi film (da domani al 26 giugno, al Museo del cinema di Fondazione Cineteca).

Per chi ha visto e rivisto “Essere o non essere” e tutti gli altri, la cosa più curiosa diventa allora il documentario “Mel Brooks: vivere per ridere” di Robert Trachtenberg (il 7, a ingresso libero), anteprima nazionale con la collaborazione di Studio Universal. C’è un po’ tutto: gli esordi in Tv, i passaggi della carriera cinematografica e di quella, non meno importante, teatrale, i momenti difficili come cabarettista di scarso successo e furiose delusioni, e la lunga relazione matrimoniale con l’amata e memorabile interprete Anne Bancroft, con interviste a Brooks e testimonianze di amici e colleghi.

Per il cosidetto Postmoderno, Brooks è un fulgido parodista del cinema classico e popolare. Sotto la sua ironia finiscono i film di fantascienza e Hitchcock, il film di guerra e il duello western. La composizione della rassegna prevede un titolo a weekend, dunque un film in tenuta tutti i venerdì, sabato e domenica (alle 15), dal nazy-movie “Per favore, non toccate le vecchiette” (1968) all’intramontabile citato “Frankenstein Junior” (1974), eletto anni fa come “miglior parodia cinematografica di tutti i tempi”, da “L’ultima follia di Mel Brooks” (1976), sul cinema muto a “La pazza storia del mondo” (1976), rivisitazione di epoche storiche, e poi quell’“Alta tensione” (1977) dove fa a pezzi la suspense del thriller, citando in particolare “Vertigo” di Hitch.

Curiosa l’idea di appoggiare l’omaggio a Brooks con alcuni film ispirati alle sue opere, per esempi “The Producers – Una gaia commedia neonazista”, poco o niente visto, diretto da Susan Stroman nel 2005, versione cinematografica del musical “The Producers”, a sua volta tratto dal primo film diretto da Brooks “Per favore, non toccate le vecchiette”, e “La sedia della felicità” del compianto Carlo Mazzacurati, che per la sceneggiatura prese spunto dal romanzo russo “Le dodici sedie”, già portato al cinema da Mel Brooks con “Il mistero delle dodici sedie”. Non poteva certo mancare “Vogliamo vivere” (1944) di Ernst Lubitsch, commedia sul nazismo in chiave ironica, per ricordare il farsesco “Essere o non essere” di Alan Johnson nel quale Brooks ha il ruolo del capocomico a fianco di Anne Bancroft.

Da domani al 26 giugno al MIC - Museo interattivo del cinema, viale Fulvio Testi 121. Info: www.cinetecamilano.it T 02 87242114.