I 60 anni di Manu Chao, menestrello degli ultimi della Terra

Il compleanno del musicista e attivista no global, noto al grande pubblico per 'Bongo Bong' e 'Clandestino'

Manu Chao in concerto

Manu Chao in concerto

Ribelle, anticonformista, antiglobalista. Sono solo tre degli aggettivi con cui è possibile definire Manu Chao, il 'vagabondo' della musica che lunedì 21 giugno spegnerà 60 candeline. Francese di nascita, figlio di genitori spagnoli trasferitisi in Francia ai tempi della dittatura di Francisco Franco, Manu Chao, al secolo Josè Manuel Arturo Tomás Chao Ortega, oggi vive a Barcellona e fa musica lontano dai circuiti del mainstream.

Leader dei Mano Negra, band di cui facevano parte anche il fratello Antonio e il cugino Santiago Casariego con cui pubblica nel 1991 l'album 'King of Bongo' da cui è tratta la celeberrima 'Bongo Bong', nel 1998 sceglie la via solista sbancando subito con il suo primo album 'Clandestino' nella cui title track affronta il tema delle migrazioni e delle vite degli uomini 'illegali', ovvero i clandestini.  Quasi clandestina, nel tempo, è diventata anche la sua musica, caratterizzata dalla presenza di più  stili e dall'utilizzo di più lingue nello stesso brano. Per ascoltarla bisogna sapere dove trovarla.

Il suo ultimo album, datato 2019, è 'Clandestino/Bloody Border', una ristampa di "landestino al quale il cantautore ha aggiunto tre inediti. Il suo ultimo pezzo, realizzato in collaborazione con il musicista giamaicano Cedric 'Congo' Myton e con lo spagnolo di Barcellona Chalart58, s'intitola 'Free the people' ed e' stato diffuso in rete lo scorso 21 maggio. 'Free the people è il seguito naturale dei temi di 'Todo llegara'', pezzo uscito l'ultimo giorno del 2020", ha scritto Manu Chao nel suo profilo Twitter certificato che conta 1,2 milioni di follower. I temi in questioni sono la speranza per il ritorno alla normalità e alla libertà. U

na libertà che Manu Chao si è arrogato nel momento in cui, 14 anni fa, dopo la pubblicazione del suo quinto album 'La radiolina' nel 2007, è sparito dai radar della musica commerciale continuando, però, la sua attività di musicista e di attivista. Il cantante simbolo del G8 di Genova e dei movimenti no global, in questo momento si sta spendendo pubblicamente per la Colombia, dove negli ultimi mesi sono cresciute le proteste contro il Governo, e per la pace in quel Paese ha organizzato un concerto a Barcellona lo scorso maggio. Non si è mai fermata nemmeno la sua attività dal vivo che nell'agosto 2020 lo ha portato anche in Italia a esibirsi con il suo progetto acustico 'El Chapulin Solo - Manu Chao Acustico' al No Borders Music Festival tra Italia, Austria e Slovenia, a Rovereto contro la guerre e al Festival Collisioni.