
Dj Ralf, nome d’arte di Antonio Ferrari
Desio (Monza) - I club, i festival, le discoteche erano un’isola felice. Piccoli nirvana. "Ma lo sono ancora, perché l’istinto e la voglia di incontrarsi ci sono sempre. Certo, ci sono le mode, le tendenze, ma niente finisce. Tutto si contamina e si rigenera in nuove forme. Per celebrare quel rito ancestrale, salvifico, di ritrovarsi intorno a un dj o a uno che suona il tamburo". Dj Ralf è il ‘maestro di cerimonia’. E di consolle. Da trent’anni a battere il ritmo di quell’universo fatto di festa, tanta buona musica. Anche di eccessi, ma pure di cultura. Icona delle nightlife italiane. A tempo di house, techno e disco con quell’anima fatta di rock, jazz, gospel, funky e pure classica. Le radici di Antonio Ferrari, dj Ralf alla consolle. E come in una macchina del tempo questa sera (dalle 21.30) al festival del Parco Tittoni di Desio quello che è considerato "uno dei dj più amati in Italia e conosciuti all’estero", volto dell’house music e del clubbing, accompagnerà in un viaggio dalle origini ai giorni nostri.
Da dove è partito tutto?
"Dal furgoncino di un signore che vendeva posate e vestiti nei paesini in provincia di Perugia, dove sono nato e cresciuto. Ero un bambino e allora i negozi venivano da te. Dentro quel furgone c’era un mangiadischi, ricordo che ascoltavo I Profeti. Poi con i primi risparmi ho comprato i dischi di Hendrix, Led Zeppelin fino all’incontro con la consolle, al ritorno da militare, quando ho preso il posto di un amico che faceva il dj in un locale. Mi davano 18mila lire a serata. A Perugia, città universitaria, potevo mettere generi di ogni tipo, ma come diceva Duke Ellington “esistono tanti generi, ma solo due tipi di musica, una bella e una brutta“. E dentro puoi mischiarci di tutto".
C’è chi dice che la musica da discoteca non ha anima, è fredda…
"Prima di essere dj sono soprattutto un appassionato di musica. Quella musica che viene da un sentimento, che ti fa venire la pelle d’oca".
Negli anni ’90 lei è stato uno dei simboli del Cocoricò di Riccione, per 25 anni padrone di casa alla consolle dello storico locale in Riviera. Lo spirito che si respirava allora potrà mai tornare?
"Lì non si andava soltanto a ballare, si vivevano esperienze sensoriali. Dalle pareti di vetro della Piramide potevi vedere il sole sorgere dal mare all’orizzonte. Comunque secondo me quello spirito è già ritornato. Anzi, probabilmente non è mai finito. Sono cambiate le forme, ma il bisogno di socialità, di ballare in mezzo alla gente c’è sempre stato. Sono le persone a essere cambiate".