
Walter Mapelli, procuratore capo di Bergamo
Bergamo, 8 aprile 2019 - Il procuratore della Repubblica di Bergamo Walter Mapelli è morto questa mattina nella sua abitazione di Monza. Era malato da tempo e ha combattuto fino all'ultimo. Mapelli, 61 anni lo scorso febbraio, monzese, è entrato in Magistratura nel 1985. Fece un lungo tirocinio a Milano a fianco di Francesco Greco e Ilda Boccassini, e per molti anni lavorò come pubblico ministero nella città brianzola dove fu il magistrato di punta nella cosiddetta "Tangentopoli monzese" ed ebbe anche ruoli di coordinamento a partire dagli anni in cui fu Procuratore Antonio Pizzi. Iscritto dal 1986 a Magistratura Democratica, il suo 'battesimo' avvenne con il caso dell'Acna di Cesano che riguardava la morte per tumore di molti operai a causa dell'esposizione a sostanze tossiche.
Nel corso della sua carriera a Monza, Mapelli ha trattato vicende delicate come quella del 'Sistema Sesto', le indagini sui bond Cirio e quelle su Imi-Sir. Per qualche mese, tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014, fu facente funzioni come procuratore capo a Lecco al posto di Tommaso Buonanno, nel frattempo passato a Brescia. Nel giugno del 2016 è stato nominato dal Csm a pieni voti procuratore a Bergamo dove di recente ha coordinato, tra le altre, inchieste come quella su Ubi Banca e un filone di quella sui fondi della Lega Nord. Da sempre impegnato soprattutto nella lotta contro la corruzione e i reati economico finanziari, ha scritto assieme al giornalista Gianni Santucci il libro intitolato "La democrazia dei corrotti", che ripercorre i 20 anni successivi allo scandalo di Tangentopoli. Appassionato di finanza e di tennis, Mapelli lascia la moglie e due figli.