Un bimbo di sei anni con gravi fratture alla colonna vertebrale, in polmone collassato e la milza spappolata. Era stato trovato così, per strada, dal compagno della nonna che aveva dichiarato essere stata un'auto pirata a travolgerlo. Ma la realtà potrebbe essere un'altra. Potrebbe essere stato l'uomo a ridurre in queste condizioni io piccolo, picchiandolo.
E' infatti indagato in "stato di libertà", per lesioni gravissime, il compagno della nonna del bimbo di 6 anni trovato gravemente ferito a Ventimiglia la mattina del 19 dicembre scorso. L'uomo è stato a lungo interrogato ieri pomeriggio dal pubblico ministero.
A quanto si apprende, avrebbe picchiato il bambino, attualmente ricoverato in prognosi riservata all'ospedale Gaslini di Genova, ma ancora non è chiaro il motivo.
L'uomo si era presentato ieri in commissariato a Ventimiglia, accompagnato dal proprio avvocato, per rendere spontanee dichiarazioni. La mattina del 19 dicembre il bambino era stato affidato alla custodia della nonna e del suo compagno.
La coppia aveva raccontato che, a causa di un momento di distrazione, avevano perso di vista il piccolo e poi lo avevano ritrovato vicino casa in strada, ma ferito. Il bambino era stato raccolto dal compagno della nonna e portato in auto sul posto di lavoro del padre, ad almeno 2 chilometri di distanza dal luogo del ritrovamento: l'uomo parlò di un investimento da parte di un'auto pirata, ma le telecamere della zona non avevano rilevato il passaggio di mezzi.
Il piccolo aveva riportato fratture a otto vertebre e a un braccio, lesioni alla milza e aveva un polmone collassato.
"Non riesco a darmi pace. Non posso sopportare che al mio bambino sia stato fatto tutto questo. Ha avuto anche la faccia di venirmi a dirmi in ospedale 'forza'! Devi marcire lentamente". Sono parole del papà del bimbo di 6 anni ricoverato in prognosi riservata all'ospedale Gaslini di Genova dopo, secondo quanto si apprende, essere stato picchiato dal compagno della nonna, il 19 dicembre scorso, a Ventimiglia. Dal proprio profilo Facebook il genitore aggiunge: "Dove hai trovato il coraggio di commettere un gesto simile, se questa è la verità! Figlio mio, sto lottando con tutto me stesso per te, per i tuoi diritti, per la tua dignità".