Tornado e tromba d'aria: come e perché si formano. A quanto soffiano i venti

I fenomeni estremi sono sempre più frequenti anche in Italia a causa del riescaldamento globale

Tornado

Tornado

Oggi scuole chiuse a Catania e verifiche a istituti ed edifici cittadini dopo il tornado di ieri. La decisione è stata presa dal sindaco Salvo Pogliese d'intesa con il prefetto. Chiusi anche i parchi comunali e il cimitero. Si contano i danni. "Con la Direzione Manutenzioni e la Protezione Civile siamo gia' al lavoro, ma lo scenario in tutti i quartieri e' molto pesante":, ha commentato Pogliese. La pioggia e il vento violentissimo hanno scoperchiato tetti, causato la caduta di alberi, divelto pali dell'illuminazione procurando ingenti danni. Sei volontari della Misericordia di Catania Ognina che stavano svolgendo attivita' di assistenza all'interno dell'infermieria allestita nel Porto di Catania per una manifestazione sportiva, ieri sono rimasti lievemente feriti a causa del forte vento che ha abbattuto la struttura da campo e condotti al Pronto soccorso del Cannizzaro.

Come si forma un tornado? Che caratteristiche ha? A che velocità soffiano i venti? La condizione generale è comunque dettata dalla presenza di temperature elevate (soprattutto al suolo) e da caldo che determina una grande quantità di energia nei vari strati dell'atmosfera.

"Il processo di formazione di una tromba d'aria è legato a caratteristiche atmosferiche particolari. Le condizioni propizie per la formazione di cumulonembi si trovano negli ambienti fortemente instabili, caratterizzati da venti variabili a seconda dell'altezza (windshear) e dalla presenza di una massa di aria calda e umida, sovrastata da una fredda e secca, che sollevandosi e condensandosi dà origine a forti temporali. I tornadi possono originarsi in qualsiasi tipo di sistema temporalesco, ma i tornadi più violenti si originano da temporali particolarmente violenti come le supercelle", si legge sull'enciclopedia online Wikipedia.

"Normalmente un fenomeno temporalesco sviluppa dei moti ventosi al suo interno più o meno rettilinei; in alcuni casi, invece, il moto ventoso che genera il cumulonembo può dar vita a vortici, ovvero alla formazione di moti circolatori all'interno e all'esterno della nube. Questi vortici, in determinate situazioni, danno origine a trombe d'aria. La nascita dei moti vorticosi può avere cause molteplici: la più comune è che la turbolenza vorticosa sia originata dal contrasto tra la corrente ascensionale e quella discendente del temporale; in questo caso le trombe d'aria generate sono di norma di debole intensità e di breve durata. L'altra possibilità è che il moto vorticoso nasca insieme alla formazione temporalesca e ne determini lo sviluppo producendo al suo interno un sistema rotatorio e in questo caso si parla di mesocicloni. La formazione dei mesocicloni dipende dal fenomeno del windshear (vento variabile con la quota), una particolare circolazione atmosferica che si verifica solamente in presenza di venti variabili di intensità e direzione in quota progressiva. Queste condizioni stimolano lo sviluppo di moti rotatori in una zona di instabilità atmosferica, l'intensità dei temporali che si formano in presenza di windshear aumenta notevolmente".

"Un'altra condizione utile alla formazione di una tromba d'aria è la presenza di correnti fredde in quota (correnti a getto) che alimentano il moto convettivo del cumulonembo e ne stimolano la rotazione. Queste condizioni atmosferiche danno vita a temporali di notevole intensità, potenzialmente capaci di generare delle trombe d'aria. Il fenomeno tornadico ha origine nel settore ascensionale (updraft) di queste intense formazioni temporalesche, la cui circolazione (come quella dei venti del mesociclone) è antioraria nell'emisfero boreale e oraria nell'emisfero australe (per l'effetto di Coriolis). Al centro della colonna d'aria ascensionale si forma una notevole depressione con una differenza di gradiente barico tra centro e periferia, nel caso questa raggiunga valori notevoli (dai 20 ai 40 hPa) l'aria viene letteralmente risucchiata fino a raggiungere il suolo, con una corrente circolatoria concentrata che raggiunge altissime velocità".

La classificazione

La distruttività di un tornado è calcolata in base alla sua durata, velocità e intensità dei venti. Le trombe d'aria più distruttive vengono generate dalle supercelle, cumulonembi mesociclonici di enorme intensità che si sviluppano tipicamente in determinate zone geografiche (in particolare in alcune zone degli Stati Uniti), dove le condizioni atmosferiche sono così intense (elevato windshear, forti correnti a getto in quota, grande differenza di valori igrometrici tra suolo e quota e contrasto termico elevato tra masse d'aria coinvolte) da generare tempeste di estrema potenza.

Una tromba d'aria mediamente dura dai 5 ai 15 minuti, ma in alcuni casi, in relazione alla sua intensità, può arrivare a durare anche più di un'ora. La velocità di spostamento della tromba d'aria è variabile durante il percorso ed è compresa tipicamente tra 30 e 100 km/h.

La classificazione delle trombe d'aria avviene in base alla rilevazione empirica dei danni causati secondo la Scala Fujita avanzata (che negli Stati Uniti ha sostituito l'originale Scala Fujita nel 2007, prendendo il nome di Enhanced Fujita scale), dal nome del professore dell'Università di Chicago che l'ha ideata nel 1971. Come per i terremoti con la Scala Mercalli la suddivisione avviene per gradi di distruttività del fenomeno.

Classe dei tornado

  • EF0 (debiole) con venti che vanno da 105 a 137 Km/h
  • EF1 (moderato) da 138 a 178 km/h
  • EF2 (significativo) da 179 a 218 km/h
  • EF3 (forte) da 219 a 266 km/h
  • EF4 (devastante) da 267 a 322 km/h
  • EF5 (catastrofico) con venti superiori ai 322 km/h