Terapie intensive, la lezione di un anno fa

Ieri 392 ricoverati, come il 1° novembre. Dal 21 febbraio all’8 marzo 2020 si raggiunsero i 359 letti occupati. E in breve arrivò il lockdown

La curva dei decessi Covid in Lombardia

La curva dei decessi Covid in Lombardia

Milano, 21 febbraio 2021 - Un anno fa, una vita fa. "Lodi, il primo caso di coronavirus. Italiano, 38 anni e mai stato in Cina", titolava il nostro quotidiano dando la notizia. Perché allora bisognava spiegare che non si trattava di un contagio importato, ma fiorito proprio qui, in uno scampolo della Val Padana. Il primo cristallo di neve di una valanga che ieri, nella sola Lombardia, ha portato a varcare la soglia ufficiale dei 28mila morti, 37 in 24 ore.

Era bastato un fine settimana, fra il 21 e il 24 febbraio 2020 per trasformare un caso in una tendenza. E già la nuova settimana cominciava con 27 persone in terapia intensiva, da zero, e 101 casi di persone positive; ieri erano 582mila, tremila in più in un giorno. Ma era solo la vigilia di una progressione che non si è ancora arrestata. Il 28 febbraio 2020, i morti erano già passati da 7 a 14, i contagiati a 403, i ricoverati in terapia intensiva a 28. Pochissimi, in confronto a una settimana dopo: 359 in Rianimazione. Otto giorni che hanno cambiato tutto, portando a numeri impensabili quando tutto era cominciato.

E ora? Le terapie intensive sono piene oggi come in quel fatidico 8 marzo, alla vigilia del lockdown totale, il primo della nostra storia. Ieri, i letti occupati erano 392. Una cifra simile si registrava anche a inizio novembre, alla vigilia del secondo lockdown, quello della zona rossa e del blocco che ci ha accompagnato fino a Natale. Tendenze e similitudini, che ritraggono momenti molto diversi, uniti però da una fase in cui l’allarme stava crescendo. A confermare che questa, in Lombardia, torna ad essere una fase di attenzione lo conferma la risalita del rapporto fra tamponi positivi e il totale dei test eseguiti. Se venerdì il dato era del 7,1%, ieri era al 9.4%: un livello che da tempo non si raggiungeva.

E il presente è fatto anche delle quattro zone rosse istituite questa settimana dalla Regione. Corzano, nel Bresciano, è il secondo comune più colpito della provincia. Qui il 12,4% dei residenti si è ammalato di Covid. Scala le classifiche del Milanese anche Bollate, che ha 2.757 positivi, pari al 7,53% della popolazione. La media del territorio è vicino al 6. A Mede Lomellina ha invece contratto il virus l’8,08% degli abitanti (contro il 5,6% della provincia), mentre a Viggiù, nel Varesotto, il livello arriva al 10%. Il territorio più invaso dal virus, almeno in relazione alla popolazione, è invece quello di Como che è salito ieri alla soglia del 7 per cento di contagiati fra tutti i residenti.