Neve sparita sulle Alpi della Lombardia e Po in secca: si rischia il razionamento acqua

Per l'agricoltura danni da oltre un miliardo. La più grave crisi degli ultimi 70 anni

Per l'autorità di bacino il Po sta vivendo la più grave crisi di siccità da 70 anni a questa parte, per Coldiretti la crisi idrica del 2022 ha già causato danni all'agricoltura per oltre un miliardo. Nulla di nuovo, per certi versi, ma nulla di più grave, specialmente per la Lombardia che sta soffrendo più di altri territori l'emergenza idrica.  Partiamo con quanto emerso durante l'osservatorio per gli indirizzi idrici del Po riunitosi a Parma, che rileva tutti negativi gli indicatori idro-meteo-climatici.

Gli indicatori

La neve sulle Alpi "è totalmente esaurita in Piemonte e Lombardia - si legge nel bollettino- i laghi, a partire dal Lago Maggiore, sono ai minimi storici del periodo, eccetto il Garda. La temperatura è più alta fino a due gradi sopra la media.  Allo stesso tempo, la produzione di energia elettrica è in stallo: le colture, nonostante l'avvio tardivo di 15 giorni della pratica dell'irrigazione (esempio in Lombardia), sono tuttora in sofferenza, così come si accentua, con inevitabili danni ambientali a biodiversità e habitat, la risalita del cuneo salino a oltre 10 chilometri dalla costa Adriatica e con un utilizzo all'80% a 15 chilometri dal mare". L'attenzione è anche e soprattutto per le forniture di risorsa per il potabile: con un centinaio di Comuni in Piemonte e 25 in Lombardia. nella provincia di Bergamo in cui Utilitalia, l'associazione delle multiutility, chiede ai sindaci eventuali sospensioni notturne per rimpinguare i livelli dei serbatoi con ordinanze mirate ad un utilizzo estremamente parsimonioso dell'acqua. Terna, in prospettiva delle prossime settimane, attesta anche la progressiva scarsità di risorsa utile per il raffreddamento adeguato delle centrali elettriche.

L'agricoltura 

Come evidente, la mancanza di precipitazioni sta causando gravi preoccupazioni per i produttori agricoli e il conseguente rischio sulla disponibilità di cibo. Lo afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che in riferimento all'allarme siccità lanciato dall'Osservatorio del Po evidenzia come questa crisi idrica abbia già determinato danni per oltre un miliardo a seguito del calo delle produzioni agricole.  "Necessario - sottolinea Prandini - agire nel breve periodo per definire le priorità di uso delle risorse idriche ad oggi disponibili, dando precedenza al settore agricolo per garantire la disponibilità di cibo, prevedere uno stanziamento di risorse finanziarie adeguate per indennizzare le imprese agricole per i danni subiti a causa della siccità e favorire interventi infrastrutturali di medio-lungo periodo volti ad aumentare la capacità di accumulo dell'acqua e della successiva ottimizzazione nella gestione".

Riso e colture a rischio

La situazione di emergenza ha anche cambiato le scelte di coltivazione sul territorio. Ad esempio c'è un calo stimato di diecimila ettari delle semine di riso, che ha più bisogno di acqua a favore della soia. A preoccupare pure la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche quella dei foraggi per l'alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta. "Situazione pesante in un momento difficile a causa della guerra in Ucraina e dei forti rincari nel carrello della spesa". .