Scuole a pezzi, servono tre miliardi. Ma dal Pnrr soldi solo a 15 cantieri

Il paradosso: su 216 nuovi istituti in Italia qui meno del 10% dei fondi. Ma 83 erano del tutto da rifare

I progetti finanziati (L'Ego-Hub)

I progetti finanziati (L'Ego-Hub)

Milano - Solo in Lombardia servirebbero almeno 3,2 miliardi per sistemare le scuole. Le risorse in campo con il Pnrr per la costruzione di nuove scuole, con l’ultimo “ritocco“, ammontano a 1.189 miliardi per l’Italia tutta. Fondi che - calati a terra - permetteranno la ricostruzione di 216 edifici, dei quali 15 in terra Lombarda (che conta 5.493 sedi scolastiche e una popolazione di 1.161.854 alunni). Una squadra di architetti - tra cui Renzo Piano - e di pedagogisti ha già stilato le linee guida per la loro progettazione. Domani il ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi incontrerà in videocollegamento i sindaci e i presidenti delle Province per dare le “dritte“. Sarà poi indetto il concorso. Alla cabina di regia di Palazzo Lombardia erano arrivati 1.344 progetti candidabili per le cinque linee di intervento previste all’interno del Pnrr e - tra questi - si contavano ben 83 scuole da rifare dalle fondamenta. Quindici vedranno la luce. Due a Milano città, una scuola media in viale Sarca (che da sola concentra oltre 10 milioni di euro) più l’istituto di istruzione superiore Frisi, che avrà al suo interno anche un nuovo liceo artistico, gettonatissimo, e che sarà protagonista di un restyling da oltre 16 milioni; due gli edifici da rifare nell’hinterland, la primaria Sante Zennaro di Rho e un’altra primaria a Parabiago.

Cantieri in arrivo nelle scuole di Vedano al Lambro e Bovisio Masciago, in provincia di Monza e Brianza. Una nuova scuola entro il 2026 per Brescia e pure Erbusco avrà la sua media. Tre gli interventi tra Bergamo città e la sua cintura, da Caravaggio alla media Marenzi di Telgate, la più “vecchia“ dell’elenco, realizzata nel 1925. Chiude la lista – più corta rispetto alle aspettative - la scuola superiore Einaudi di Lodi. Dovranno attendere, nonostante siano entrate in graduatoria per l’urgenza, le scuole di Concorezzo, Dalmine, Rudiano, Castronno, Foresto Sparso e La Valletta Brianza. La più giovane in lizza ha “solo“ 42 anni, si trova in Brianza, a Concorezzo, e avrebbe bisogno di 12 milioni per rimettersi in piedi. Resta in panchina. Le cinque regioni che hanno inviato più candidature sono state Campania (95), Lombardia (61), Veneto (47), Emilia-Romagna (45), Toscana (42). Oltre ai 15 nuovi edifici lombardi, saranno 6 i nuovi istituti scolastici in Abruzzo, 6 in Basilicata, 16 in Calabria, 35 in Campania, 23 in Emilia-Romagna, 9 in Friuli-Venezia-Giulia, 12 nel Lazio, 3 in Liguria, 9 nelle Marche, 2 in Molise, 9 in Piemonte, 12 in Puglia, 7 in Sardegna, 14 in Sicilia, 16 in Toscana, 2 in Trentino-Alto Adige, 6 in Umbria, 2 in Valle d’Aosta e 12 in Veneto.

Dai progetti arrivati in Regione Lombardia anche per le altre linee di intervento (che prevedono palestre, mense e nuovi asili) si disegna la mappa delle province che avrebbero più bisogno di una revisione del patrimonio scolastico, ormai datato. Se Milano alza la mano per 181 scuole, Bergamo ha presentato ben 233 richieste, Brescia 205. Seguono Cremona con 100 progetti, Mantova con 96 come Monza e Brianza, Varese con 91 come Pavia, Como con 86, Lecco con 56, Sondrio 54 e Lodi con 53. La media degli edifici ha 55 anni. Ce ne sono di ancor più vecchi, ma sono quelli costruiti negli anni Settanta ad essere sorvegliati speciali.