
San Patrignano
L'asta di beneficienza organizzata da San Patrignano giunge alla sua ventiduesima edizione annuale. Dal prossimo 11 novembre e fino al 22, si potrà decidere di sostenere la Comunità riminese in modalità online attraverso la piattaforma di "CharityStars" collegandosi al link www.charitystars.com/astasanpatrignano. L'iniziativa è aperta a tutti e si prevedono più di cento lotti in palio, donati da note aziende ma anche da privati. Fra questi, Rolex Italia, Giorgio Armani, Etro, Hermès, Salvatore Ferragamo, Prada e Piaggio.
L'obiettivo dell'asta è anzitutto quello di rafforzare la missione di recupero, formazione e prevenzione di San Patrignano, che negli ultimi mesi ha affrontato l'emergenza sanitaria garantendo ai circa mille ragazzi presenti in Comunità protezione e sicurezza. In particolare poi, per questa seconda edizione in modalità web, è previsto un finanziamento al progetto "We Free", dedicato alle scuole superiori e finalizzato alla prevenzione tra gli studenti; accompagna il tutto, "Sanpa Dogs", progetto di recupero dedicato al canile della comunità e di cui i ragazzi si occupano quotidianamente.
Il ricavato dell’asta servirà a dare una speranza ai tanti giovani affidati alla Comunità, garantendo loro una casa, ma anche assistenza sanitaria e legale e una formazione professionale specifica. I "premi" saranno esposti a Palazzo Clerici, a Milano, in concomitanza con l’esposizione delle opere dell’asta "20th/21st Century Milan Sale di Christie’s", in programma dal 12 al 14 novembre dalle ore 10 alle ore 19.
Con un'edizione digitale, non poteva mancare l'aspetto "social" dell'iniziativa. Per l'occasione, è stato infatti creato un progetto digitale per accrescere il bacino di utenza dei partecipanti all’asta: l'hashtag lanciato è #THECHARITYCHALLENGE
Cos'è San Patrignano
San Patrignano è la comunità di recupero per ragazze e ragazzi tossicodipendenti più grande d’Europa. Dal 1978 ad oggi, San Patrignano ha accolto oltre 26mila persone, offrendo loro una casa, assistenza sanitaria e legale, la possibilità di studiare, di imparare un lavoro e di reinserirsi così a pieno nella società al termine del percorso di recupero. Secondo una ricerca effettuata dall’Università di Bologna, che ha monitorato un gruppo di ex ospiti della comunità a cinque anni dal loro reintegro nella società, il 72% dei ragazzi che terminano positivamente il percorso, non ricadono nel problema della tossicodipendenza.