
I controlli della Forestale in un’area boschiva
Milano, 22 gennaio 2016 - Si chiameranno militari e non più agenti. Ma non è questa la principale novità relativa al Corpo forestale dello Stato contenuta nella riforma della pubblica amministrazione. Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) ha annunciato la nascita del Comando per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare attraverso l’accorpamento del Corpo forestale dello Stato all’interno dell’Arma dei carabinieri. Una svolta che il ministro Maurizio Martina ha spiegato così: «Con la riforma riorganizziamo le funzioni di polizia impegnate sul fronte agroambientale, dotando l’Italia di una moderna struttura in grado di assicurare sempre meglio prevenzione e repressione su questo fronte. Uniamo le forze e potenziamo gli strumenti operativi. Il nuovo Comando assicurerà professionalità, specializzazione e un ramificato presidio del territorio rappresentando di certo una delle esperienze più avanzate d’Europa».
In Lombardia, la prima regione del nord Italia per numero di reati (l’attività certificata nel 2014 ne conta 885 degli oltre 12mila in Italia), sono impiegati 350 agenti. Nessuno - precisa il ministero - perderà il posto o sarà costretto a cambi di provincia per effetto dell’accorpamento ai carabinieri. Così come saranno salvaguardate cariche e livelli professionali. Non cambieranno neppure i criteri degli scatti. Le competenze - assicura il Mipaaf - saranno rispettate. Circa 750 agenti a livello nazionale saranno destinati, invece, ad altre forze di polizia (Finanza) o ai vigili del fuoco dove confluirà chi è specializzato nel servizio antincendio.
L'attività del Corpo forestale dello Stato in Lombardia è la quinta a livello nazionale per controlli eseguiti (53.799), la prima tra le regioni del nord. I reati, suddivisi per settore, dicono che le violazioni maggiori si contano in tema di tutela del territorio (urbanistica, tagli nelle zone boschive, mancato rispetto delle aree protette). Discariche e rifiuti e incendi vengono al secondo e terzo posto. In Lombardia si registra anche il più alto rapporto tra reati e arresti. Lo dimostrano i 17 casi del 2014, inferiori solo ai 21 della Calabria che conta, però, quasi il doppio dei reati.
I sequestri amministrativi invece - 62 in seguito a 1.932 illeciti accertati - non rappresentano una delle attività che occupa quotidianamente il Corpo lombardo impegnato, invece, con più frequenza nel garantire la sicurezza dell’agroalimentare e nella difesa del made in Italy. Qui, a fronte di poche denunce, crescono invece le sanzioni amministrative (oltre cento, dato più alto nel nord Italia).