Strage di Capaci, perquisizioni a Report (Rai) al giornalista Mondani: perché? Che succede

Si ipotizza una fuga di notizie dopo il servizio mandanto in onda dalla trasmissione dove si è parlato della presenza di Stefano delle Chiaie, leader di Avanguardia nazionale a Capaci

Sigfrido Ranucci conduce Report (Ansa)

Sigfrido Ranucci conduce Report (Ansa)

Personale dalla Dia di Caltanissetta, su mandato della Procura Nissena, sta eseguendo una perquisizione nell'abitazione dell'inviato di Report, Paolo Mondani, e la redazione di Report. La notizia resa nota su Facebook da Sigfrido Ranucci ha trovato conferma in ambienti investigativi.

Il caso

"Il motivo - scrive il giornalista di Raitre su Fb - sarebbe quello di sequestrare atti riguardanti l'inchiesta di ieri sera sulla strage di Capaci nella quale si evidenziava la presenza di Stefano delle Chiaie, leader di Avanguardia nazionale, sul luogo dell'attentato di Capaci. Gli investigatori cercano atti e testimonianze anche su telefonini e pc".

La procura di Caltanissetta conferma di avere disposto una perquisizione "a carico di un giornalista di Report, che non è indagato". Tale perquisizione "non riguarda - assicura il procuratore Salvatore De Luca - in alcun modo l'attivita' di informazione svolta da tale giornalista, benchè la stessa sia presumibilmente susseguente a una macroscopica fuga di notizie, riguardante gli atti posti in essere da altro ufficio giudiziario".

Le parole di Ranucci

Da parte nostra c'è massima collaborazione. Siamo contenti se abbiamo dato un contributo alla magistratura per esplorare parti oscure». Così, interpellato dall'ANSA, Sigfrido Ranucci commenta le perquisizioni di questa mattina nella redazione di Report e nell'abitazione dell'inviato Paolo Mondani. "Il collega - sottolinea il conduttore del programma - aveva già avuto un colloquio con il procuratore. Noi siamo sempre stati collaborativi con la giustizia, pur garantendo il diritto alla riservatezza delle fonti». Ranuncci spiega poi che "il decreto di perquisizione riporta la data del 20 maggio, cioè tre giorni prima della messa in onda del servizio". "Non è un atto ostile nei nostri confronti - conclude -. Ovviamente abbiamo messo al corrente l'ufficio legale, l'ad Fuortes e il nostro direttore.

Il procuratore di Caltanisetta

"Sono del tutto destituite di fondamento le affermazioni circa la sussistenza di specifiche e tempestive dichiarazioni rese da Alberto Lo Cicero", prima come confidente e poi come collaboratore di giustizia, che avrebbero permesso di "evitare la strage di Capaci ed anticipare di alcuni mesi la cattura di Salvatore Riina". Lo afferma il procuratore di Caltanissetta, Salvatore De Luca, in una nota di due pagine, sulle perquisizioni disposte dopo la messa in onda ieri sera di un servizio sulla strage di Capaci alla trasmissione Report di Raitre.

"Non compete a questo ufficio esprimere valutazioni generali in ordine alla completezza e tempestività delle indagini coordinate da altra autorità giudiziaria - osserva il procuratore di Caltanissetta - a meno che le stesse non abbiano una rilevanza penale in un procedimento di sua competenza; qui si intende solamente affermare che sono del tutto destituite di fondamento le affermazioni circa la sussistenza di specifiche e tempestive dichiarazioni rese dal Lo Cicero sugli argomenti sopra indicati e, quindi, che sarebbe stato possibile evitare la strage di Capaci ed anticipare di alcuni mesi la cattura di Salvatore Riina".

"Questa Procura - aggiunge De Luca - ha già espresso il proprio convincimento circa la sussistenza di mandanti e concorrenti esterni nella strage di via D'Amelio, chiedendo nel processo per il c.d. depistaggio la condanna degli imputati con la contestata aggravante di mafia, riguardante la finalità di coprire le alleanze di alto livello di cosa nostra in quel periodo. Tuttavia, le difficilissime indagini che possono consentire l'accertamento della verità devono essere ancorate ad elementi di fatto solidi e riscontrati. Per tali motivi questo Ufficio, che si era imposta la rigorosa consegna del silenzio - sottolinea il procuratore De Luca - è costretto ad intervenire per smentire notizie che possano causare disorientamento nella pubblica opinione e profonda ulteriore amarezza nei prossimi congiunti delle vittime delle stragi, che si verrebbe a sommare al tremendo dolore sofferto".

La Federazione della Stampa

"Ci auguriamo che a nessuno venga oggi in mente di 'molestarè Report e la sua redazione". Così il presidente della Federazione Nazionale della Stampa, Beppe Giulietti, ha commentato le  perquisizioni della Dia nella redazione del programma di Rai3. «Dopo la puntata su Capaci - scrive su Twitter Giulietti - sarà il caso di lasciare in pace la redazione, Paolo Mondani e di perquisire, invece, quelli che, da trenta anni, sono riusciti a restare in una ben protetta 'oscurità'". Giulietti annuncia anche che "questa mattina saremo nella redazione di Report per decidere iniziative a tutela delle fonti e del segreto professionale". "Intanto - conclude - chiediamo alla Rai di mettere a disposizione i suoi legali a tutela redazione".