Pronto soccorso, svolta in Lombardia: più sicurezza, meno attese. Ecco cosa cambia

Due delibere per facilitare la gestione dei pazienti (e dei letti) e tutelare gli operatori

Milano, 7 settembre 2022 - Migliorare l’efficienza dei pronto soccorso riducendo i tempi di attesa, programmando e aumentando i posti letto disponibili per i ricoveri soprattutto in alcuni momenti oggi critici e adottando misure capaci di evitarne il sovraffollamento. Questi gli obiettivi della delibera approvata ieri dalla Regione Lombardia. Non l’unica relativa ai pronto soccorso: con un secondo provvedimento la Giunta ha stanziato 4 milioni di euro per l’acquisto di telecamere e l’assunzione di guardie giurate a tutela di medici ed infermieri, sempre più spesso vittime di aggressioni.

Nel dettaglio, la prima delibera impone agli ospedali di garantire un numero minimo giornaliero di letti disponibili per il ricovero dei pazienti che arrivano dal pronto soccorso. Negli allegati alla delibera si precisa che un certo numero di letti dovrà essere disponibile anche prima delle tre del pomeriggio, nonché nei weekend e nei giorni festivi. Una sottolineatura non casuale perché sono proprio quelli i tre momenti in cui è più complicato avere letti pronti all’uso. Le 15 sono, infatti, un orario spartiacque: è l’ora in cui nella maggior parte degli ospedali si dimettono i pazienti ricoverati nei reparti. Da qui la difficoltà ad avere letti liberi per chi arriva dal pronto soccorso prima di quell’ora.

Altre due prescrizioni poste dalla delibera sono strettamente legate alla necessità di allineare gli orari e le esigenze dei pronto soccorso agli orari e alle esigenze dei reparti specialistici. Il primo: dal momento in cui il paziente si presenta al triage al momento in cui viene ricoverato non possono trascorrere più di 8 ore. Oggi questo tetto viene rispettato nel 62,5% dei casi. La Lombardia non è tra le regioni più virtuose: i pronto soccorso del Veneto lo rispettano nell’80% dei casi, quelli liguri nel 67%. Ma neppure tra i peggiori: in Piemonte si sta sotto le 8 ore di attesa nel 59,1% dei ricoveri, mentre in Toscana la percentuale è del 54,8. Quindi la seconda prescrizione mirata a ridurre i tempi di attesa: ogni ospedale deve dotarsi di un "bed manager" incaricato "di definire le strategie per la gestione dei pazienti in caso di non immediata disponibilità dei posti letto da parte di una singola unità operativa".

Infine la delibera regionale impone la realizzazione di una "admission room" dedicata ai pazienti che hanno terminato il percorso in pronto soccorso e sono in attesa di essere trasferiti in reparto, in un altro ospedale o a casa nonché l’adozione di un piano contro l’affollamento. Da parte sua la Regione si impegna a istituire un osservatorio per vigilare sui tempi di attesa. "Con questi interventi – spiega Letizia Moratti, vicepresidente lombarda con delega al Welfare – ribadiamo che l’attività dei pronto soccorso non è avulsa da quella degli ospedali, ma viceversa è inserita in una logica organizzativa che coinvolge tutti i reparti delle strutture. Si tratta di un percorso dove è fondamentale reperire la disponibilità dei posti letto in modo da ottimizzare l’organizzazione ospedaliera, i tempi di attesa e l’attività di medici e infermieri".

La seconda delibera, come anticipato, mira a "contrastare e prevenire episodi di violenza nei confronti degli operatori che lavorano nei pronto soccorso negli ospedali pubblici della Lombardia". Da qui lo stanziamento di circa 4 milioni di euro per finanziare "l’installazione di sistemi di videosorveglianza ad uso interno alla struttura sanitaria con adeguata cartellonistica e con sistemi di allerta rapida delle forze dell’ordine" ma anche "l’attivazione di un servizio di sicurezza interno (guardie giurate ndr ) che garantisca adeguata presenza nelle aree individuate e considerate a maggior rischio, con una copertura che non potrà essere inferiore alle 12 ore".