Pedemontana, la Lega vuole, i 5 Stelle no: "Serve chiarezza"

Ponti chiede un tavolo alla Regione

I lavori

I lavori

Monza, 22 maggio 2018 -  «La situazione di Pedemontana non è chiara. La Regione dovrebbe aprire un tavolo di confronto con i Comuni e la Provincia sul progetto e sullo scenario finanziario». Mnetre tra Roma e il Pirellone si fa largo il dibattito sul futuro del faronico progetto di collegamento autostradale fra Malpensa e la Bergamasca, a proposito del quale Lega e 5 Stelle hanno da tempo posizioni antitetiche, in Brianza si cerca la via della chiarezza. A chiederla alla Regione, motore principale dell’operazione, è il consigliere regionale del Pd, già presidente della Provincia, Gigi Ponti, che durante il suo mandato aveva perorato la causa di una Pedemontana leggera, secondo un progetto in grado di ridurre impatto ambientale e costi.

«Se il nuovo governo dovesse schierarsi contro le cosiddette grandi opere infrastrutturali e quindi anche contro Pedemontana, non potrò che esprimere la mia contrarietà – ha detto proprio ieri il presidente della Regione Attilio Fontana, preoccupato dal no dei 5 Stelle al megacantiere, che invece è da sempre cavallo di battaglia dei lumbard –. Per noi è una infrastruttura fondamentale e quindi mi batterò con tutte le mie forze per concluderla e completarla».

«Occorre capire di che cosa stiamo parlando – obietta Gigi Ponti –. È evidente che le indicazioni che conosciamo dopo la rescissione del contratto con Strabag ci portano a parlare di un’altra Pedemontana. Ma questo nuovo intendimento (rappresentato dalle linee guida per il nuovo progetto, che stralciano molte opere di grande impatto e costo, ndr) non è l’accoglimento delle istanze dei nostri territori. Si tratta solo di una proposta al ribasso».

Siamo di fronte, sottolinea Ponti, a «un braccio di ferro su un’infrastruttura che si sta rivedendo in modo radicalmente diverso dal passato e finisce per non garantire nemmeno le compensazioni ambientali e le infrastrutture sul territorio». Senza dimenticare che al momento il quadro economico è complicato dal fatto che, dopo l’intervento dello Stato con oltre un miliardo di euro, gli investitori privati non si sono fatti avanti. E per arrivare alla fine secondo il vecchio progetto servirebbero altri 3 miliardi. Un quadro complicato ancora di più dal contenzioso aperto con il colosso austriaco delle costruzioni Strabag dopo la rescissione del contratto. «Occorre fare una riflessione seria – conclude Ponti –. La Regione deve fare un tavolo con Comuni e Provincia dove spiegare quali sono i progetti e i soldi. Si sta tagliando molto e ora tutto è in un regime di precarietà».