Morto a 86 anni Ermanno Olmi

Nato a Bergamo, vinse la Palma d'Oro a Cannes e il Leone d'Oro a Venezia. Bandiere a mezz'asta nella sua città natale

Ermanno Olmi nel 2017 presenta il film sul Cardinal Martini: "Vedete, sono uno di voi"

Ermanno Olmi nel 2017 presenta il film sul Cardinal Martini: "Vedete, sono uno di voi"

Bergamo, 7 maggio 2018 - E' morto all'età di 86 anni il regista Ermanno Olmi. Nato a Bergamo, nel 1978 vinse la Palma d'Oro al Festival di Cannes per "L'albero degli zoccoli", pellicola cui andò anche il Premio César per il miglior film straniero. Nel 1989 si aggiudicò invece il Leone d'Oro al Festival del cinema di Venezia per "La leggenda del santo bevitore".  Ermanno Olmi combatteva da tempo contro una grave malattia e si è spento la scorsa notte all'ospedale di Asiago, in provincia di Vicenza, dove era stato ricoverato tre giorni fa in seguito all'aggravarsi delle sue condizioni. Gli sono stati vicino fino all'ultimo i figli Andrea e Fabio e la moglie Loredana. 

Tra i primi a esprimere il proprio cordoglio il reggente del Pd, Maurizio Martina, bergamasco doc, attraverso un post su Twitter. 

"Ci ha lasciati un grande lombardo, un regista che ha saputo raccontare con inarrivabile cifra stilistica i territori della nostra regione, le comunita' che l'hanno resa unica in Italia e nel mondo per la devozione al lavoro", ha poi commentato  il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. . "La gratitudine che i lombardi gli hanno voluto dimostrare - ha aggiunto il presidente - puo' essere sintetizzata anche con la consegna del nostro riconoscimento piu' alto, la 'Rosa Camuna', attribuitogli lo scorso anno". "Da lombardo - ha detto ancora il presidente - credo che il maggiore tributo ricevuto da Olmi fu la Palma d'oro al Festival di Cannes per 'L'albero degli zoccoli', nel 1977. Un capolavoro che con meticolosa ricostruzione storica ha rappresentato l'ambiente e il contesto di fine '800 nella bassa pianura".

Il Comune di Bergamo, dalle prime ore di domattina, esporrà le bandiere a mezz'asta sugli edifici comunali, in segno di lutto per la scomparsa del grande regista. Lo ha deciso la giunta Gori. E proprio il sindaco giorgio Gori,  con un post su Facebook, ha voluto ricordare il regista: "Un ultimo affettuoso saluto a Ermanno Olmi, figlio illustre di Bergamo, che di questa terra ha splendidamente raccontato le radici contadine, i valori, la fatica e la dignità"

"La morte di Ermanno Olmi ci riempie di tristezza. I bergamaschi di ogni generazione saranno sempre amici e grati ad una persona che con le sue opere e il suo stile ha saputo parlare e rappresentare la sua e la nostra terra. Olmi ci ha ricordato sempre che le persone vengono prima di ogni egoismo e di ogni forma di profitto", ha detto il presidente della Provincia di Bergamo, Matteo Rossi. "Proprio durante lo scorso G7 dell'agricoltura tenutosi in città, ci era sembrato naturale proiettare 'l'Albero degli zoccolì - ha proseguito -, consapevoli di come nel messaggio del regista il rapporto tra l'uomo e la natura non fosse solo un elemento relativo al passato e all'identità, ma un tema capace di ispirare nuove politiche e nuove scelte economiche che mettessero al centro l'uomo e non solo il mercato". "In quei giorni - ha concluso Rossi -, aprendo la numerosa serie di iniziative che si stanno svolgendo sul territorio per ricordare il quarantesimo della premiazione del film, stavamo coltivando il sogno di avere il maestro Olmi in mezzo a noi, per fargli sentire ancora una volta l'affetto della sua gente. Purtroppo non sarà possibile, ma il percorso messo in atto e il docufilm in preparazione assumono ancor più valore e rilevanza per tramandare la vita e le opere del maestro alle generazioni future".

Ermanno Olmi sul set de L’albero degli zoccoli con alcuni protagonisti  del film
Ermanno Olmi sul set de L’albero degli zoccoli con alcuni protagonisti del film

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NASCITA, STUDI E LAVORI DI ERMANNO OLMI - Padre ferroviere madre operaia, Olmi si trasferì a Treviglio quando lui era ancora piccolo, ed è lì che il futuro regista è di fatto cresciuto. Di famiglia profondamente cattolica, Olmi rimane da giovane orfano di padre, morto durante la second aguerra mondiale, frequenta prima il liceo scientifico e poi il liceo artistico, ma non porta a termine gli studi. Si trasferisce a Milano  per seguire i corsi di recitazione dell'Accademia di Arte Drammatica; nello stesso tempo, allo scopo di mantenersi, trova anche un lavoro presso la Edisonvolta, dove già lavorava la madre, che gli affida l'organizzazione delle attività ricreative per i dipendenti, in particolare quelle relative al servizio cinematografico, e gli viene richiesto di documentare le produzioni industriali attraverso filmati. Olmi sfrutta l'occasione per dimostrare la sua intraprendenza e il suo talento con la macchina da presa; pur non avendo praticamente nessuna esperienza alle spalle, tra il 1953 e il 1961, realizza decine di documentari.

Finalmente nel 1959 Olmi debutta sul grande schermo con il lungometraggio 'Il tempo si è fermato'. Già in questo esordio si evidenziano i temi tipici della sua attività cinematografica e dispiegati nella fase del regista maturo, fedele alla propria cifra stilistica. Profondamente legato alle proprie origini rurali e modeste, privilegia i sentimenti delle persone "semplici", il rapporto con la natura, e spesso offre uno sguardo sulla solitudine e sulle sue conseguenze, da qui la scelta di lavorare con attori non professionisti. Due anni dopo grazie a 'Il posto' ottiene ottime recensioni da parte della critica.  Dopo un periodo contrassegnato da lavori non del tutto riusciti, Olmi ritrova l'ispirazione e dà alla luce quello che molti considerano il suo capolavoro assoluto, 'L'albero degli zoccoli '. Il film getta uno sguardo poetico, ma allo stesso tempo realistico, privo di sentimentalismi, al mondo contadino, l'ambiente nel quale Olmi è nato e cresciuto e al quale è sempre rimasto legato. Si trasferisce da Milano ad Asiago, dove da quel momento risiederà. Nel 1982 a Bassano del Grappa fonda la scuola di cinema Ipotesi Cinema.

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Nel 2003 approda in una Cina senza tempo per raccontare epiche vicende di pirati e di arrembaggi in Cantando dietro i paraventi, anch'esso acclamato dalla critica. Nel 2005 collabora con altri due grandi registi, Abbas Kiarostami e Ken Loach, nel film Tickets. Nel 2007 esce 'Centochiodi', che Olmi annuncia come il suo ultimo film di finzione, avendo deciso d'ora in poi di tornare a dirigere solo documentari. Nel 2008 riceve il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia. Nel 2013 l'Università  di Padova gli conferisce la laurea honoris causa in Scienze Umane e Pedagogiche per "la sua azione di valorizzazione delle radici culturali, della memoria, delle tradizioni, della grande storia e dell'esperienza quotidiana e delle piccole cose