FEDERICA PACELLA
Cronaca

Morti sul lavoro in Lombardia, nel 2023 sono aumentate dell’8%: “In sette mesi 74 croci, è sconfortante”

E se ne devono aggiungere 23 in itinere. Le province più pericolose per i lavoratori sono Sondrio, Cremona, Lodi e Brescia

Tra tutte le regioni italiane, in Lombardia si registra il maggior numero di vittime sul lavoro

Tra tutte le regioni italiane, in Lombardia si registra il maggior numero di vittime sul lavoro

Quattro province lombarde in zona rossa per incidenza di infortuni mortali sul numero di lavoratori. Si tratta di Sondrio, Cremona, Lodi e Brescia che, secondo l’elaborazione su dati Inail fatta dall’osservatorio sicurezza sul lavoro e ambiente Vega Engineering sono tra le 36 province italiane dove i lavoratori hanno rischiato di più tra gennaio e luglio 2023.

"Fatto il giro di boa del 2023, le proiezioni statistiche descrivono un panorama a dir poco sconfortante. Ed è avvilente constatare, per chi come noi si occupa da 14 anni di monitorare quotidianamente l’emergenza, come la situazione non accenni in alcun modo a migliorare. Anzi, come nel caso delle morti in occasione di lavoro, lo scenario diventa di mese in mese più critico con un incremento rispetto allo scorso anno del 4,4%", evidenzia Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio, commentando l’ultima indagine realizzata dal proprio team di esperti.

Alla Lombardia va la maglia nera per maggior numero di vittime in occasione di lavoro: 74 quelle registrate dall’Osservatorio sulle 559 in Italia, mentre dal report aggiornato al 31 luglio dell’Inail risultano esserci ben 97 denunce di infortunio mortale, di cui 27 nella provincia di Milano, 19 nel Bresciano, 16 nella Bergamasca.

"Se a livello nazionale si vede un decremento, seppur minimo di infortuni mortali, ciò non vale per la Lombardia, che, rispetto ai primi sette mesi del 2022 quest’anno registra quasi un +8% – spiega Giuseppe Sbarufatti, responsabile area ambiente salute e sicurezza Cisl Brescia –. Anche un solo decesso sul lavoro è inaccettabile, questo deve essere il presupposto. Il modello dovrebbe essere quello degli infortuni zero di Expo, un grande cantiere dove non si sono registrati decessi. Vuol dire che si può e si deve fare molto di più. Oggi ci sono ancora troppe lacune".

Nel complesso, le denunce di infortuni non mortali è invece in calo rispetto al 2022: per la Lombardia, tra gennaio e luglio 2023 si sono registrate 65.456 denunce contro le 84.108 dello scorso anno. "Sono comunque numeri troppo alti – evidenzia Sbarufatti – senza contare che dietro questi numeri si va dall’infortunio che si risolve in pochi giorni ai casi di invalidità grave". Inoltre, come ricorda Rossato (Vega), il dato del 2022 comprende anche gli infortuni Covid, che oggi non compaiono quasi più nelle statistiche.

"Non si può non arrabbiarsi – commenta Paolo Reboni, segretario generale aggiunto Cisl Brescia – non è pensabile una situazione del genere, le morti bianche di questi giorni ce lo confermano. Servono controlli, serve formazione, con una visione di lungo periodo. È la quotidianità che va curata, vediamo ancora troppe cose non vanno come dovrebbero".