Monte Bianco, a 3000 metri con abiti leggeri nella tormenta. Alpinista assiderato: è grave

E' nuovamente polemica su chi affronta la montagna senza l'equipaggiamento adatto

L'alpinista soccorso sul Monte Bianco

L'alpinista soccorso sul Monte Bianco

Assiderato. A 3.100 metri sul Monte Bianco. Sorpreso da una tormenta. Con indumenti leggeri e senza un'attrezzatura adeguata. E' stato trovato così un alpinista, ora non più in pericolo di vita, alimentando nuovamente la polemica di chi va in montagna senza avere l'attrezzatura adeguata.

Alpinisti improvvisati che tentano di scalare le vette senza avere le conoscenze o banalmente le attrezzature giuste. Un fenomeno in preoccupante aumento, soprattutto nel corso dell'ultima estate caratterizzata da una forte siccità, che ha spinto molti "scalatori della domenica" a tentare l'impresa mettendo però a rischio la propria vita.

L'ultimo episodio sul massiccio del Monte Bianco: il Soccorso Alpino Valdostano ha recuperato all'alba un alpinista che era rimasto bloccato sul ghiacciaio di Bionnassay, a quota 3.100 metri, sorpreso da una tormenta.

L'uomo è stato trovato in stato di incoscienza, in ipotermia, con indumenti leggeri e senza l'attrezzattura adatta per "una progressione su un ghiacciaio", spiega chi lo ha soccorso. L'uomo si trovava a valle rispetto al bivacco Durier (3.358 metri) e al col de Miage. Con l'elicottero è stato portato al Pronto soccorso dell'ospedale Parini di Aosta, le sue condizioni sono apparse subito gravi ma dopo il ricovero nel reparto di rianimazione il quadro clinico è migliorato e al momento non appare in pericolo di vita.

"È stato a cinque minuti dalla morte", racconta il medico che lo ha soccorso. L'alpinista sabato pomeriggio, spossato e congelato, aveva lanciato l'allarme. L'ultimo contatto era avvenuto questa notte alle 2.30 ed era anche stata tentata una missione di salvataggio via terra, con esito negativo a causa delle difficili condizioni meteorologiche. L'operazione di recupero è stata resa complessa per il vento forte in quota e per la scarsa visibilità. ù

Sul fenomeno degli "pseudo alpinisti" c'è chi è intervenuto con provvedimenti drastici come il sindaco di Saint-Gervais (Francia), che ad agosto ha stabilito di fare pagare in anticipo i costi di soccorsi e addirittura di sepoltura. "Vogliono salire sul Monte Bianco con la morte nello zaino? Chi vorrà sfidare la sorte dovrà versare una cauzione da 15 mila euro - aveva affermato Jean-Marc Peillex -. Diecimila corrispondono al costo medio dell'intervento dei soccorritori" e 5 mila euro alle spese di sepoltura della vittima".

Molte polemiche aveva, infine, suscitato la foto pubblicata il 20 agosto scorso su Fb da Nirmal Purja, alpinista nepalese. L'esperto scalatore, nel suo curriculum tutte le quattordici montagne che toccano e superano gli 8000 metri di quota, ha raggiunto in scarpe da ginnastica e semplici pantaloni tirati sulle ginocchia quota 4.554 metri di altezza, cima del Monte Rosa. Molti utenti non lo hanno riconosciuto in foto, e su Facebook sono scattati i commenti di sdegno nei confronti di "uno sprovveduto turista della domenica, che se ne deve stare a casa". Decine di post che si scagliano contro il look del "merendero, arrivato fin lì per fare aperitivo« non sapendo invece che si tratta del re degli 8000, alpinista esperto fotografato semplicemente con abiti più "comodi" dopo aver raggiunto la cima tra Piemonte e Valle d'Aosta.