Lombardia zona rossa: durerà fino all'11 aprile

Lo annuncia il governatore Attilio Fontana: "Strutture ospedaliere ancora sotto pressione"

Lombardia zona rossa da lunedì 15 marzo

Lombardia zona rossa da lunedì 15 marzo

Milano - La Lombardia rimarrà in zona rossa anche dopo Pasqua. Almeno fino a domenica 11 aprile. A dirlo è stato il presidente della Regione, Attilio Fontana. "Certi dati stanno sicuramente migliorando. L'Rt si e' abbassato in maniera considerevole - ha detto il governatore - Ma abbiamo ancora un po' di valutazioni negative legate a occupazione di ospedali e delle terapie intensive".  Proprio per questi motivi, Fontana pensa che la Regione sarà in zona rossa "per tutta la settimana di Pasqua", ma si augura che "una volta finito il periodo delle vacanze pasquali si possa ricominciare a respirare".

Un duro colpo

Intanto arriva un primo conto del danno economico che la Lombardia sconterà alla zona rossa nel periodo pasquale. Il semi-lockdown costerà 470 milioni di euro ai commercianti della regione per mancati incassi rispetto al 2019. Una prospettiva "pesantissima" secondo la Confcommercio regionale che porterà il rosso complessivo dell'ultimo mese di limitazioni più rigorose (da metà marzo a metà aprile) a 2,45 miliardi di euro.  "E' la seconda Pasqua passata a tutti gli effetti in lockdown, un altro durissimo colpo a fronte di sostegni ancora insufficienti, che bastano a malapena a coprire poche spese fisse e niente di più ma soprattutto tardivi e con criteri di accesso troppo restrittivi", commenta Carlo Massoletti, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia. 

I settori più colpiti

L'impatto delle restrizioni sarà particolarmente grave per la ristorazione (-80%), per i servizi ricreativi (-75%), per il commercio al dettaglio (-70%). "Nelle strutture ricettive siamo di fronte a tassi di occupazione delle camere quasi a zero, in un contesto in cui la maggior parte degli operatori sui laghi, in montagna e nelle città d`arte non ha neppure aperto, considerate le restrizioni agli spostamenti", aggiunge Massoletti. "Le imprese - chiosa - chiedono soltanto di poter lavorare. Se i numeri del contagio saranno in calo, auspichiamo che si proceda con le opportune valutazioni e si consentano in sicurezza le riaperture al più presto, senza attendere sino a maggio"